
Che botta! Chiara Ferragni, la notizia é appena arrivata – Il gruppo Fenice Srl, cuore pulsante dell’impero digitale di Chiara Ferragni, è oggi al centro di una delle crisi aziendali più gravi degli ultimi anni nel settore del marketing digitale italiano. Dopo il cosiddetto “Pandoro Gate”, le difficoltà economiche e gestionali si sono intensificate fino a mettere a rischio la stessa stabilità della società.

Chiara Ferragni: L’impero Fenice Srl al bivio tra crisi finanziaria e futuro incerto
I dati più recenti evidenziano un crollo che coinvolge ogni aspetto dell’azienda: dalle entrate alle risorse umane, passando per la liquidità e la reputazione. La situazione è aggravata da una serie di eventi che hanno portato a tagli drastici del personale e a una significativa riduzione dei ricavi. Negli ultimi anni, Fenice Srl era considerata una delle realtà più promettenti del panorama digitale, capace di attrarre professionisti qualificati e di generare fatturati importanti grazie ai marchi gestiti da Ferragni. Tuttavia, la recente crisi ha cambiato radicalmente il volto dell’azienda. Secondo i dati depositati presso la Camera di Commercio, il numero dei dipendenti è passato da 27 a 6 in appena un anno, segnando una riduzione dell’organico pari al 78%. Questo ridimensionamento ha avuto ripercussioni non solo interne, ma anche sull’immagine.

Tagli al personale: un colpo durissimo
Il licenziamento di tre dipendenti su quattro, tra allontanamenti e uscite incentivate, ha lasciato un segno profondo tra chi lavorava per Fenice Srl. La società, un tempo simbolo di crescita e innovazione, si trova ora a gestire una forza lavoro estremamente ridotta, composta principalmente da figure amministrative e di gestione interna. Molti ex dipendenti hanno espresso preoccupazione per la difficoltà nel ricollocarsi in un settore in cui Fenice rappresentava un punto di riferimento. I sindacati sottolineano che la riduzione dell’organico è un segnale inequivocabile della perdita di competitività e della difficoltà a sostenere progetti di lungo periodo.
Secondo fonti interne, la scelta di ridurre così drasticamente il personale è stata dettata dalla necessità di contenere i costi in un momento in cui il flusso di cassa si è pressoché azzerato. Questa decisione ha però inciso negativamente anche sul morale dei pochi lavoratori rimasti, costretti a gestire una mole di lavoro superiore rispetto al passato. La perdita di talenti e competenze specifiche rischia ora di compromettere ulteriormente le già limitate prospettive di rilancio della società.
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