
Sono passati diciotto anni dall’omicidio di Chiara Poggi, eppure il mistero che avvolge la tragedia di Garlasco continua a riempire pagine di cronaca e salotti televisivi. Nel tempo si sono alternati sospetti, processi, condanne e nuove indagini, senza mai arrivare a una verità che metta davvero tutti d’accordo. Ora a scuotere di nuovo il caso è Massimo Lovati, avvocato e volto noto delle trasmissioni di approfondimento, che rilancia la sua tesi più controversa: Alberto Stasi e Andrea Sempio sarebbero entrambi innocenti. Ma allora chi ha ucciso Chiara?
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Il biglietto incriminato trovato a casa Sempio
Al centro delle nuove polemiche c’è un appunto ritrovato durante una perquisizione a casa della famiglia Sempio. Un foglietto su cui compare la frase: «Venditti gip archivia per 20-30 euro». Per la procura di Brescia, quel documento rappresenterebbe la prova di un tentativo di corruzione a carico dell’allora procuratore di Pavia, Mario Venditti, oggi sotto inchiesta per corruzione in atti giudiziari.
Lovati, che difende Sempio, respinge con forza questa interpretazione: «La famiglia Sempio è abituata a conservare tutto, persino biglietti dell’elettricista o dell’idraulico. Quel foglio era infilato come segnalibro nel libro Processo Garlasco. Diritto alla verità, scritto dall’avvocato Tizzoni. È curioso, sì, ma non prova nulla». Per il legale, non ci sarebbero stati né accordi illeciti né soldi sotto banco, ma solo una banale indicazione di spesa: «Si parlava di 20 o 30 euro, non migliaia: il costo delle copie degli atti».
Le intercettazioni e il denaro in contanti
Non solo l’appunto: nelle carte emergono anche conversazioni tra i genitori di Sempio su come procurarsi denaro contante attraverso amici. Per la procura, una circostanza sospetta. Lovati ribatte senza esitazione: «C’erano tre avvocati da pagare. È normale che una famiglia si mobiliti per trovare liquidità. E l’uso del contante non è vietato dalla legge».
Secondo l’avvocato, i Sempio si sarebbero attivati solo per difendere il figlio quando, nel dicembre 2017, appresero dalla televisione che Andrea era nuovamente indagato: «Erano a tavola per la vigilia di Natale. Davanti a una notizia del genere, è naturale correre a cercare avvocati e consulenti».
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