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“Perché sono scappato di casa”. Femminicidio Benevento, il figlio maggiore rompe il silenzio

Una famiglia distrutta dalla violenza domestica. È questo il drammatico scenario che emerge dalla strage di Paupisi, in provincia di Benevento, dove Salvatore Ocone ha tolto la vita alla moglie Elisa Polcino e al figlio quindicenne Cosimo, lasciando gravemente ferita la figlia sedicenne. A raccontare la propria disperazione è Mario Ocone, il figlio maggiore di 23 anni, che viveva lontano da casa dopo essere “scappato da un ambiente insopportabile”. Le sue parole, affidate a uno zio, rivelano il peso di conflitti familiari mai risolti, culminati nella tragedia del 30 settembre.

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La tragedia del 30 settembre: madre e figlio uccisi

Il 30 settembre resterà una data indelebile per la comunità di Paupisi. In quella mattina, i parenti di Elisa Polcino si sono allarmati non vedendola uscire per accompagnare i figli a scuola. Una volta entrati in casa, la macabra scoperta: Elisa era morta, uccisa dal marito in un lago di sangue. Poco dopo, i carabinieri hanno rinvenuto il corpo del figlio quindicenne Cosimo, senza vita all’interno dell’auto usata da Salvatore Ocone per la fuga.

Accanto a lui c’era la sorella sedicenne, gravemente ferita. Trasportata d’urgenza all’ospedale Neuromed di Pozzilli, la ragazza è stata sottoposta a un delicato intervento per una frattura cranica. È proprio da lei che Mario si è recato immediatamente al suo arrivo, deciso a restarle accanto in questo momento drammatico. «Spero solo di riabbracciarla presto», avrebbe confidato il giovane.

La fuga e l’orrore scoperto dai parenti

Secondo le prime ricostruzioni, Salvatore Ocone avrebbe agito in un impeto di follia, colpendo prima la moglie e poi i figli. Dopo la violenza, avrebbe tentato di fuggire a bordo dell’auto, lasciando il corpo del figlio e la figlia gravemente ferita all’interno del veicolo. Un gesto che ha scosso non solo la famiglia, ma l’intera comunità sannita.

Il ritorno di Mario, scortato dai carabinieri, ha segnato un nuovo capitolo di dolore. Giunto nella villetta, il giovane ha trovato non solo i segni della tragedia ma anche la consapevolezza che la sua vita è cambiata per sempre. «Non avrei mai immaginato che mio padre potesse arrivare a tanto», avrebbe confidato allo zio.

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