
Personaggi tv. In un’intervista al Corriere della Sera, Carlo Conti si è raccontato voltandosi indietro per tirare le somme di una carriera lunga quarant’anni in Rai. Un percorso fatto di tanti successi, di programmi entrati nell’immaginario collettivo e di traguardi che ogni conduttore sogna: dal ritorno di Tale e Quale Show alla prossima edizione di Sanremo, la kermesse che resta la pietra miliare del palinsesto italiano. Ma nelle sue parole non c’è solo orgoglio: Conti apre anche il cassetto dei ricordi più difficili, quelli che parlano di errori, rimpianti e scelte sofferte che hanno inciso non soltanto sulla sua carriera, ma anche sulla sua vita familiare.
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Carlo Conti e una carriera costruita “lenta ma costante”
“È stata una crescita lenta ma costante” ha dichiarato al Corriere della Sera. Una frase che sintetizza perfettamente la filosofia del conduttore fiorentino: nessuna scorciatoia, nessun clamore costruito a tavolino. Nel 1998 la prima grande consacrazione con In bocca al lupo!, quando la gente iniziò a fermarlo per strada. “È la gratificazione più grande, il vero regalo che ti dà la tv”, racconta.
La sua carriera, a differenza di altri, non si è mai nutrita di conflitti: niente polemiche, niente sgambetti, niente parole fuori posto. Anche quando lo hanno definito “democristiano” in senso critico, Conti ha replicato con serenità: “Sono cristiano perché sono cattolico e sono democratico perché lascio spazio e rispetto tutti”. Una dichiarazione che spiega il perché, in 40 anni, sia riuscito a restare un volto familiare e mai divisivo.
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Tale e Quale Show, il varietà che non invecchia
Venerdì sera, in prima serata su Rai1, Conti ha riportato in scena Tale e Quale Show, giunto alla sua quindicesima edizione. Un traguardo che, nella tv contemporanea, appare quasi miracoloso. Qual è la formula del successo? Lo spiega lo stesso conduttore: “Lo show del titolo vuole proprio sottolineare la sua natura di varietà e non di talent. È varietà la giuria, è varietà lo spettacolo, è varietà il cast”.
Eppure, lo sguardo di Conti non è privo di autocritica: “È difficile imporre nuovi programmi, trovare format che possano occupare la prima serata delle reti ammiraglie, che possano avere una forbice larga per prendere un pubblico trasversale”. E in questa stessa intervista, c’è una confessione che rivela un lato più intimo e fragile del conduttore.
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