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Addio a Paolo Sottocorona, il meteorologo Giuliacci rompe il silenzio

Paolo Sottocorona, storico meteorologo di La7

La scomparsa di Paolo Sottocorona, storico meteorologo di La7, ha profondamente segnato il mondo della comunicazione scientifica italiana. Figura di riferimento per decenni, Sottocorona è deceduto l’8 ottobre dopo una lunga carriera caratterizzata da professionalità e sobrietà. Le sue previsioni, sempre pacate e approfondite, lo hanno reso un volto amatissimo dal pubblico televisivo. Tra i primi a rendergli omaggio c’è stato Mario Giuliacci, uno dei meteorologi più stimati d’Italia.

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Paolo Sottocorona: un lutto che colpisce la meteorologia italiana

Oltre all’aspetto etico, Sottocorona ha contribuito a diffondere una cultura della meteorologia basata su dati oggettivi e analisi scientifiche, allontanando il settore da ogni deriva spettacolare. Il suo contributo è stato fondamentale anche nella formazione di una nuova generazione di meteorologi, molti dei quali si ispirano ancora oggi al suo modus operandi.La sua presenza costante in televisione ha reso accessibili temi complessi a un pubblico molto vasto, favorendo una maggiore consapevolezza sui cambiamenti climatici e sulle dinamiche atmosferiche che influenzano la vita quotidiana.

La collaborazione tra Sottocorona e Giuliacci nacque negli studi di La7, dove i due lavorarono fianco a fianco pur coprendo turni diversi. Giuliacci ha ricordato: “Quando lasciai Mediaset, Mentana – che già mi aveva voluto lì – mi chiamò anche a La7. Lavoravo nel weekend, lui nei giorni feriali. Dopo due anni arrivò Cairo, e per divergenze di vedute decisi di andarmene”. Un legame professionale che, nel tempo, si è trasformato in una stima reciproca.

Le parole di Giuliacci su Sottocorona

In una recente intervista Giuliacci ha tracciato un ritratto dettagliato del collega, sottolineando il suo approccio rigoroso e il rifiuto di ogni forma di allarmismo: “Paolo faceva meteorologia con passione e serietà. Non era come quelli di oggi che sparano alluvioni e catastrofi ogni giorno. Era come me”. Nello stesso racconto, Giuliacci pone l’accento sul metodo di lavoro che li accomunava: niente toni sensazionalistici, ma spiegazioni chiare ed equilibrate dei fenomeni atmosferici.

Non facevamo una meteorologia urlata, ma spiegavamo i fenomeni con equilibrio, senza aggettivi inutili. Gli va riconosciuto il merito della professionalità e dell’onestà intellettuale”. Giuliacci ha sottolineato come lui e Sottocorona condividessero una visione comune della responsabilità sociale che chi informa deve avere nei confronti dei telespettatori: “Noi non facciamo meteorologia urlata. Diciamo le cose come stanno, con chiarezza e misura”.

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