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“Boom di casi, come negli anni ’70”: bambini in quarantena e picco anche tra adulti. Cosa succede

Dati CDC sui focolai di morbillo negli Stati Uniti 2025

La situazione attuale sta determinando un crescente stato di allerta tra le istituzioni. Negli ospedali e nei centri pediatrici, i medici segnalano un aumento dei ricoveri, soprattutto tra i bambini e le persone non immunizzate. Le autorità sanitarie stanno lavorando per rafforzare le strategie di prevenzione e sensibilizzazione, al fine di limitare la trasmissione del virus.

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Il ritorno del morbillo: numeri mai così alti da 25 anni

Negli Stati Uniti, il morbillo sta nuovamente attirando l’attenzione delle autorità sanitarie e della popolazione. Secondo le statistiche ufficiali raccolte dai Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), dall’inizio del 2025 si sono registrati 1.563 casi di infezione. Questo valore, il più elevato degli ultimi 25 anni, rappresenta un segnale di allarme che riporta la memoria collettiva agli anni ’70, quando il virus era ancora diffuso in diverse aree del Paese.

L’incremento dei casi è stato particolarmente evidente dopo l’estate, periodo in cui il Texas è stato colpito da un focolaio significativo che ha già provocato alcuni decessi. La diffusione del virus non riguarda più solo aree isolate, ma si manifesta con una distribuzione sempre più capillare, coinvolgendo diversi Stati e comunità.

Morbillo negli Stati Uniti, diffusione epidemica e quarantene scolastiche

La mappa aggiornata dei contagi, pubblicata dai CDC, evidenzia la presenza di nuovi focolai in diversi Stati. In Ohio si registra una crescita rapida dei casi, mentre in Minnesota la situazione è in costante evoluzione. Particolarmente critica appare la condizione in Carolina del Sud, dove oltre 150 bambini non vaccinati sono stati sottoposti a quarantena per prevenire un’ulteriore espansione della malattia.

Secondo fonti dei media americani, “È già la terza grande epidemia del 2025”, un dato che assume rilevanza se si considera che dal 2000 a oggi, negli Stati Uniti, si erano verificate appena dieci epidemie superiori a cinquanta casi. Il ritorno di situazioni di emergenza richiede misure immediate e coordinate, soprattutto nei contesti scolastici, dove il rischio di trasmissione è più elevato.

Oltre alle misure di isolamento applicate nelle scuole, le autorità sanitarie hanno rafforzato i controlli anche nelle aree di confine, in particolare tra Arizona e Utah. Qui, l’obiettivo è limitare la circolazione del virus attraverso l’isolamento tempestivo dei pazienti e l’ampliamento delle campagne di vaccinazione rivolte alle comunità locali. Questi interventi si inseriscono in un contesto più ampio di prevenzione, volto a evitare che il morbillo torni a rappresentare una minaccia su scala nazionale dopo decenni di relativa tranquillità epidemiologica.

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