
“Bravissima Meloni”. I complimenti a Giorgia dal vip di sinistra! Incredibile – Marco Minniti, ex ministro dell’Interno e attualmente presidente della Fondazione Med-Or, torna a parlare in un momento cruciale per la geopolitica internazionale. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Minniti affronta le principali sfide che il sistema Paese italiano si trova a fronteggiare nei rapporti con il Medio Oriente e il Mediterraneo.

“Bravissima Meloni”. I complimenti a Giorgia dal vip di sinistra! Incredibile
Il conflitto in Medio Oriente, segnato da tensioni costanti e da una difficile ricerca di equilibrio, vede l’Italia al centro di nuove opportunità diplomatiche e strategiche. Minniti sottolinea come il nostro Paese abbia il potenziale per assumere un ruolo di leader europeo, soprattutto alla luce del ritardo accumulato dall’Europa rispetto a Stati Uniti e potenze arabe.
Chiamato in causa su un’eventuale designazione come rappresentante italiano nel board di transizione per Gaza, Minniti chiarisce: “Non mi risulta. Non so assolutamente niente. I nomi non sono importanti, lo è il ruolo dell’Italia”. Una dichiarazione che pone l’accento sulla necessità di privilegiare il posizionamento strategico dell’Italia rispetto alle singole personalità coinvolte. L’ex ministro analizza anche il recente accordo in 20 punti per la tregua tra Israele e Hamas, definendolo “un’opportunità storica” capace di produrre risultati tangibili: cessate il fuoco dopo 70mila morti, rilascio degli ostaggi e ripresa degli aiuti umanitari. Tuttavia, ammonisce: “La seconda fase è delicata, può esserci una rottura in ogni momento. Bisogna accelerare”.


L’importanza della diplomazia italiana tra Washington e Medio Oriente
Un passaggio fondamentale dell’intervista riguarda il viaggio di Donald Trump in Israele. Minniti interpreta l’evento come uno “show” dall’impatto determinante, affermando: “Trump aveva bisogno di uscire dallo scacco di Anchorage e ha rimesso in campo il suo potere, grazie al legame personale con Netanyahu e al ruolo degli Usa come principali fornitori di armi a Israele”. Precisa inoltre che “non lo fa per vanità: è stato chiamato dai Paesi arabi, ora ha una responsabilità enorme”.
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