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Class action contro la Santa Sede, brutte notizie per Papa Leone: cosa succede

Non era mai accaduto prima: un gruppo di custodi dei Musei Vaticani ha deciso di portare in tribunale il Governatorato e la sua presidente, suor Raffaella Petrini, con una class action destinata a fare storia. Una battaglia che rischia di aprire un precedente nel cuore stesso della Città del Vaticano.

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L’inizio della protesta: la prima azione collettiva Oltretevere

È un evento senza precedenti quello che si sta consumando all’ombra della Cupola di San Pietro. Per la prima volta, un gruppo di lavoratori del Papa ha scelto la via legale per far valere i propri diritti. I custodi dei Musei Vaticani hanno avviato una class action civile contro il Governatorato e la presidentessa suor Raffaella Petrini, accusando l’amministrazione di non garantire adeguate tutele ai dipendenti.

All’origine del ricorso ci sono anni di malcontento e segnalazioni rimaste senza risposta. Le prime denunce erano state presentate all’Ufficio del Lavoro della Santa Sede (Ulsa), ma molte erano state archiviate o giudicate improcedibili. La frustrazione si è così trasformata in azione collettiva. “È un micidiale muro di gomma”, ha confidato un dipendente, alludendo alla difficoltà di dialogo con il Governatorato. L’iniziativa, che inizialmente contava quasi cinquanta aderenti, si è progressivamente ridotta a dodici. Secondo indiscrezioni, molti avrebbero fatto un passo indietro per paura di perdere il posto di lavoro.

Sicurezza, stress e turni massacranti: le accuse dei custodi

Al centro della causa ci sono le condizioni di lavoro all’interno dei Musei Vaticani, una delle mete più visitate al mondo. I custodi denunciano mancanza di sicurezza, sistemi obsoleti e carichi di lavoro eccessivi, soprattutto nei periodi di massimo afflusso turistico. Un episodio in particolare ha scosso il personale: un giovane custode, in servizio nel Cortile della Pigna, sarebbe svenuto per il caldo torrido nell’estate scorsa, battendo la testa sul selciato. Trasportato d’urgenza al Gemelli, i medici lo avrebbero tenuto in coma farmacologico per alcune ore.

Le lamentele non si fermano al caldo. Gli addetti segnalano anche ambienti poco salubri, soprattutto nella Cappella Sistina, dove l’affollamento dei visitatori rende l’aria irrespirabile. A ciò si aggiunge la responsabilità crescente nella tutela delle opere d’arte, una mansione che – denunciano – “viene delegata senza riconoscimento economico o assicurativo”. I firmatari chiedono ammortizzatori sociali, indennità di turno, avanzamenti di carriera e un aumento dei giorni di ferie, sostenendo di lavorare circa sessanta giorni in più rispetto ad altri dipendenti del Governatorato.

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