
Un’epidemia improvvisa, scoppiata in anticipo rispetto a ogni previsione, sta scuotendo l’Estremo Oriente. In pochi giorni i casi sono esplosi, costringendo le autorità locali a prendere decisioni drastiche, tra cui la chiusura di decine di scuole e la reintroduzione di alcune misure di contenimento.
I numeri parlano di un boom di contagi che ha allarmato non solo le istituzioni del Paese colpito, ma anche gli esperti di tutto il mondo.
In Italia, virologi e infettivologi seguono con attenzione l’evoluzione della situazione, segnalando un rischio concreto di un’ondata simile anche in Europa. Cosa sappiamo davvero di questa nuova minaccia? E, soprattutto, come possiamo proteggerci prima che arrivi alle nostre porte?
La parola passa all’esperto.

Epidemia in Giappone: un inizio precoce e allarmante
Il 3 ottobre il Giappone ha ufficialmente dichiarato un’epidemia di influenza, con oltre 6.000 casi registrati al 10 ottobre — un valore anomalo per questa fase della stagione. Data l’impennata dei contagi, oltre 100 scuole e istituti per l’infanzia risultano chiusi, in una mossa preventiva che riflette la rapidità con cui il virus si sta diffondendo.

Troppi casi e rischio diffusione in Europa
Secondo le autorità sanitarie nipponiche la soglia epidemica è largamente superata: il numero medio di casi registrati per struttura sanitaria monitorata (1,56) è ben sopra la media dello scorso anno (0,77).
Si tratta del secondo inizio più precoce dell’influenza negli ultimi vent’anni.
In questo contesto, esperti internazionali iniziano a considerare l’ipotesi che la stagionalità del virus influenzale vada rivista, e che gli sbalzi climatici o i cambiamenti nelle dinamiche sociali possano anticipare le ondate epidemiche.
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