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Attentato a Ranucci, svolta nelle indagini: su chi si stringe il cerchio

Automobili danneggiate dall’esplosione davanti alla villetta di Sigfrido Ranucci a Pomezia

Il giornalista Sigfrido Ranucci è stato vittima di un atto intimidatorio nella serata di giovedì, quando una violenta esplosione ha distrutto parzialmente due delle sue automobili parcheggiate davanti alla sua abitazione di Pomezia, in provincia di Roma. L’esplosione, provocata da una bomba carta potenziata, rappresenta un significativo passo in avanti rispetto a precedenti episodi segnalati nell’area, come l’uso di petardi nei giorni scorsi. Gli inquirenti stanno verificando eventuali collegamenti tra l’attentato e le inchieste giornalistiche condotte dal conduttore televisivo.

Rilievi della scientifica sui resti dell’ordigno esploso davanti all’abitazione del giornalista

Indagini in corso: il ruolo dell’Antimafia e delle forze investigative

Le attività investigative sono coordinate dai magistrati dell’Antimafia di Roma insieme al Nucleo investigativo di Frascati. Gli inquirenti raccolgono elementi utili anche grazie alle testimonianze rese da Ranucci durante le audizioni in Procura. Il giornalista ha fornito indicazioni su alcune piste giudicate “importanti”, che sembrano riconducibili a contesti già oggetto di attenzione investigativa, tra cui minacce ricevute in passato in relazione ai servizi trasmessi da Report. Secondo le prime valutazioni, l’attacco non sarebbe stato eseguito da professionisti, ma da individui a conoscenza degli spostamenti e delle abitudini del giornalista, capaci di maneggiare un ordigno di tipo rudimentale ma pericoloso.

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