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“Hai studiato la storia su Topolino?”. Travaglio contro il big del giornalismo: Gruber incredula (VIDEO)

Marco Travaglio e Lilli Gruber durante il confronto televisivo Otto e mezzo

News TV. La discussione sulla guerra in Ucraina continua a dividere opinione pubblica e stampa italiana. Lo dimostra il durissimo confronto andato in onda nello studio di Otto e mezzo su La7, dove Marco Travaglio e Beppe Severgnini si sono affrontati in uno scontro acceso e senza filtri.
A moderare — con non poca difficoltà — la conduttrice Lilli Gruber, rimasta per alcuni istanti in silenzio di fronte alla tensione crescente tra i due giornalisti.

Il tema del dibattito era l’origine della guerra e il ruolo delle potenze occidentali. Da un lato la tesi dell’aggressione russa come atto unilaterale, dall’altro l’accusa all’Occidente di aver contribuito all’escalation ignorando la via diplomatica. Sullo sfondo, una frattura profonda che riflette il clima di divisione nell’opinione pubblica europea.

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Beppe Severgnini durante la discussione a Otto e mezzo

Severgnini difende l’Occidente: “Senza l’Europa e gli USA Putin avrebbe preso Kiev”

A prendere la parola per primo è stato Beppe Severgnini, che ha difeso l’intervento occidentale e il sostegno fornito all’Ucraina. “Se non fosse stato per l’Unione Europea, per gli Stati Uniti e per l’eroismo degli ucraini, la situazione sarebbe stata diversa”, ha dichiarato.
Il giornalista del Corriere della Sera ha ricordato le enormi perdite subite dalla Russia — oltre un milione di soldati, secondo le sue parole — sottolineando che l’intervento occidentale ha impedito a Putin di conquistare Kiev e di spingersi oltre.

Per Severgnini, il supporto dell’Europa e della NATO è stato decisivo nel contenere le mire espansionistiche del Cremlino. La sua posizione evidenzia l’importanza della solidarietà internazionale e della difesa dei valori democratici. Una tesi che trova ampio consenso in chi vede nella resistenza ucraina un baluardo contro le ambizioni di Mosca.

Travaglio ribatte: “Abbiamo condannato l’Ucraina alla morte”

Di tutt’altra opinione Marco Travaglio, che con tono tagliente ha ribaltato completamente l’analisi del collega. Secondo il direttore del Fatto Quotidiano, l’Occidente ha contribuito ad aggravare il conflitto, ignorando le occasioni di dialogo.
Avremmo salvato l’Ucraina se l’avessimo aiutata a negoziare a Istanbul, quando Putin non chiedeva un centimetro quadrato di terra ma solo il rispetto degli accordi di Minsk”, ha affermato Travaglio. “Invece l’abbiamo condannata a morte: è stato il suicidio assistito di un popolo e di un Paese.”

Le sue parole hanno acceso ulteriormente lo scontro. Severgnini ha ribattuto più volte, sostenendo che l’Europa “abbia fatto il possibile”. Ma Travaglio non ha arretrato di un passo, denunciando la “miopia politica” che avrebbe reso inevitabile il conflitto.

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