
Nei suoni sintetici che hanno definito un’epoca c’era la sua firma. Linee di basso pulsanti, tastiere che sembravano respirare, melodie ipnotiche: era questo il mondo che aveva costruito, fatto di elettronica e umanità fuse in un solo battito. La sua musica aveva il potere raro di unire il ritmo alla malinconia, trasformando ogni canzone in un racconto. Negli anni Ottanta, quando i sintetizzatori erano ancora strumenti da laboratorio, lui li rese accessibili, sensuali, magnetici. Ogni nota era un esperimento, ma anche una promessa: quella di una nuova forma di pop elettronico, capace di parlare al cuore quanto alla mente.
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Il genio dietro “Tainted Love”
Fu nel 1981 che un duo sconosciuto chiamato Soft Cell portò il synth-pop nelle classifiche mondiali con “Tainted Love”, una cover di un brano soul inciso negli anni Sessanta da Gloria Jones. La loro versione era oscura, elegante e irresistibile. Divenne in breve tempo un classico, vendendo oltre 21 milioni di copie e consacrando il duo come una delle realtà più influenti del decennio.
“Un genio musicale meravigliosamente brillante”, così lo ha ricordato Marc Almond dopo la sua scomparsa. E aveva ragione: l’artista non era solo un musicista, ma un architetto del suono. La band debuttò con l’album “Non-Stop Erotic Cabaret”, che ridefinì l’estetica del pop britannico, aprendo la strada a gruppi come Eurythmics e Pet Shop Boys.
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