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Meloni convoca riunione d’urgenza: cosa sta succedendo

Ponte sullo Stretto, Meloni convoca riunione a Palazzo Chigi dopo il 'no' della Corte dei Conti

La tensione sale a Palazzo Chigi. Dopo la bocciatura di uno dei progetti più simbolici del governo la premier Giorgia Meloni ha deciso di convocare una riunione straordinaria dell’esecutivo, segno che la questione è considerata una priorità politica e mediatica. Nel frattempo, la notizia sta catalizzando la massima attenzione: in Parlamento, nei territori e sui social si moltiplicano reazioni, dubbi e prese di posizione, mentre tecnici e giuristi analizzano le conseguenze e i possibili scenari. Per Fratelli d’Italia, forza trainante del centrodestra e sostenitrice convinta delle grandi opere, si apre una nuova partita su infrastrutture, sovranità e visione del Paese. Cosa sta succedendo.

Ponte sullo Stretto, Meloni convoca riunione a Palazzo Chigi dopo il 'no' della Corte dei Conti
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni durante una conferenza stampa

Ponte sullo Stretto: la decisione della Corte dei Conti e la risposta del governo

Fratelli d’Italia, partito guidato da Giorgia Meloni, si conferma al centro della scena politica italiana, soprattutto dopo la recente bocciatura da parte della Corte dei Conti della delibera Cipess relativa al Ponte sullo Stretto di Messina. Il movimento, nato nel 2012 e oggi principale forza del centrodestra, ha consolidato la propria identità su valori patriottici e la difesa della sovranità nazionale, posizionandosi come protagonista nel rilancio delle grandi opere infrastrutturali.

Ponte sullo Stretto, Meloni convoca riunione a Palazzo Chigi dopo il 'no' della Corte dei Conti

La riunione d’emergenza convocata da Giorgia Meloni

In seguito alla decisione della Corte dei Conti, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha convocato una riunione d’emergenza a Palazzo Chigi alle ore 10.30. A partecipare anche il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che ha precedentemente svolto un incontro tecnico al Mit con manager e funzionari per valutare soluzioni alternative che permettano di avviare i lavori. Fonti del Mit sottolineano: “Il vicepremier e ministro è determinato”.

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