
Una nuova pagina si apre nella storia della Chiesa. Con la pubblicazione della nota dottrinale “Mater Populi fidelis”, il Vaticano mette fine a un lungo dibattito che ha attraversato secoli di teologia cattolica. Il Dicastero per la Dottrina della Fede, con l’approvazione e la firma di Papa Leone XIV, ha dichiarato ufficialmente che il titolo di Maria “Corredentrice” è da considerarsi «inappropriato» e perfino «sconveniente». Una decisione che ribadisce con forza la centralità di Cristo nella Redenzione e ridefinisce, con chiarezza, il ruolo della Vergine Maria nella fede cattolica.
Il documento sottolinea che Maria è Madre di Dio e prima discepola, ma non compartecipe dell’opera salvifica del Figlio. L’obiettivo è evitare fraintendimenti teologici e riportare la devozione mariana ai suoi fondamenti biblici, senza oscurare l’unicità della mediazione di Cristo.
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Maria, madre e discepola: il senso della nuova nota dottrinale
La nota “Mater Populi fidelis” rappresenta un punto di svolta. Pur riconoscendo la profondità della devozione mariana diffusa in tutto il mondo, il Vaticano spiega che il titolo di “Corredentrice” non trova un fondamento né nella Sacra Scrittura, né nella tradizione patristica. Al contrario, rischia di confondere i fedeli, facendo apparire Maria come una “seconda redentrice” accanto a Cristo.
Il prefetto del Dicastero, cardinale Víctor Manuel Fernández, ha chiarito che la Chiesa non intende correggere la fede del popolo, ma purificarla e orientarla meglio. «Non si tratta di giudicare la pietà dei fedeli – ha detto – ma di distinguere tra la devozione autentica e ciò che può portare a un equivoco teologico».
Maria, dunque, resta figura centrale della fede come Madre, modello di obbedienza e umiltà, ma non partecipe in senso redentivo. La nota invita a utilizzare titoli più appropriati e scritturalmente fondati, come Madre dei credenti o Madre del popolo fedele.
Le origini del titolo “Corredentrice”: un lungo dibattito nella storia della Chiesa
L’uso del termine “Corredentrice” ha radici antiche. Comparso nel XV secolo, derivava dall’espressione “Redentrice” utilizzata nel Medioevo come abbreviazione di “Madre del Redentore”. A diffonderlo furono in particolare alcuni teologi come San Bernardo di Chiaravalle, che sottolineò il ruolo di Maria accanto alla Croce.
Nel 1925, Papa Pio XI lo impiegò pubblicamente rivolgendosi alla Regina del Rosario di Pompei, definendo Maria “Corredentrice” per la sua sofferenza condivisa con il Figlio. Tuttavia, durante il Concilio Vaticano II, la Chiesa decise di non adottare ufficialmente il titolo, preferendo un linguaggio che mettesse in risalto la mediazione unica di Cristo.
Anche Giovanni Paolo II utilizzò il termine in alcune occasioni, ma sempre in un contesto devozionale, non dogmatico. Oggi, con “Mater Populi fidelis”, il Vaticano chiude definitivamente ogni ambiguità, sancendo che quel titolo non è compatibile con la dottrina cattolica.
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