
Una mattina qualunque nel cuore moderno di Milano, tra le vetrate di piazza Gae Aulenti, si è trasformata in un incubo. Tre minuti prima delle 9, un uomo si è fermato lungo un vicolo affollato, ha atteso che una donna gli passasse accanto, poi — con un gesto improvviso e feroce — l’ha pugnalata alla schiena.
La vittima, A.L.V., manager di Finlombarda, si stava recando nel suo ufficio presso la torre UniCredit quando è stata colpita. È viva solo per miracolo.
L’aggressore, Vincenzo Lanni, 59 anni, originario della Bergamasca, non la conosceva. Non c’era nessun legame tra i due. Lanni ha dichiarato di aver agito per colpire “un luogo simbolo del potere economico”, individuando a caso la sua vittima.
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Il profilo dell’aggressore: dal licenziamento al crollo psicologico
Dietro quell’attacco c’è una storia inquietante, fatta di problemi psichiatrici, rancore e fallimenti personali. Lanni, ex programmatore informatico, dieci anni fa aveva perso il lavoro. Da allora, la sua vita è precipitata: nel 2014 aveva già aggredito due anziani, finendo in carcere a Bollate per tentato omicidio.
Dopo aver scontato la pena, era stato inserito in un percorso di riabilitazione nella comunità Exodus, in provincia di Varese, dove ha vissuto per diversi anni. Lì avrebbe dovuto ritrovare equilibrio e autonomia, ma qualcosa è andato storto. Appena una settimana fa, era stato allontanato dalla struttura per cattiva condotta, perdendo l’ultimo punto di riferimento rimasto. Pochi giorni dopo, la tragedia.
L’arresto e la confessione: “L’ho fatto”
Dopo l’aggressione, Lanni è riuscito a fuggire, ma solo per poche ore. Alle 19.20, è stato rintracciato dai carabinieri in via Vitruvio, all’interno dell’hotel dove aveva preso alloggio da giovedì scorso. Quando gli agenti gli hanno chiesto le generalità, ha pronunciato solo due parole: “L’ho fatto.”
Nella stanza sono stati trovati gli abiti indossati durante l’aggressione e altri effetti personali. Il coltello da cucina, acquistato pochi giorni prima, è stato recuperato poco distante. Ai militari, Lanni ha detto di sperare che la donna colpita stesse bene, senza mostrare segni di reale pentimento.
Agli inquirenti ha poi raccontato di aver scelto piazza Gae Aulenti perché rappresentava per lui “il simbolo del potere economico che lo aveva emarginato”. Una visione distorta, frutto di un profondo disagio psichico.
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