
C’è un nome che, a distanza di quasi vent’anni, torna prepotentemente a galla nel giallo più discusso d’Italia: Andrea Sempio, l’amico d’infanzia di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. Una vicenda che sembrava chiusa, dopo la condanna definitiva di Alberto Stasi, ma che negli ultimi giorni ha subito un’improvvisa riapertura. Retroscena, intercettazioni mai del tutto chiarite e nuove ipotesi investigative stanno gettando ombre su un passato che molti credevano sepolto per sempre.
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L’inchiesta dimenticata del 2017
Era il 2017 quando la Procura di Pavia, allora guidata dal pubblico ministero Mario Venditti, aprì un nuovo fascicolo che vedeva proprio Andrea Sempio come indagato. L’inchiesta nacque da alcune anomalie emerse nel corso delle indagini parallele portate avanti da esperti e giornalisti, tra cui Luciano Garofano, ex comandante dei Ris di Parma, che aveva sollevato dubbi su campioni biologici e tempi di analisi.
Quell’indagine, durata appena venti giorni, si concluse però in modo sorprendente: archiviazione immediata. Un epilogo tanto rapido quanto sospetto, che oggi torna sotto la lente degli inquirenti alla luce di nuove accuse.
Le intercettazioni mai depositate
Secondo documenti emersi in queste ore, tra il 4 e il 6 febbraio 2017 furono disposte intercettazioni telefoniche su Sempio e altri soggetti. Le registrazioni durarono due settimane, ma non furono mai rese pubbliche. Il 23 febbraio, la Procura chiese il “ritardato deposito” del materiale, sostenendo la necessità di “non compromettere le indagini”.
Poi, improvvisamente, il 15 marzo, tutto fu archiviato. Nessuna richiesta di misura cautelare, nessun approfondimento ulteriore. Una scelta che lasciò interdetti diversi investigatori, alcuni dei quali oggi parlano apertamente di pressioni esterne e anomale accelerazioni nei tempi procedurali.
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