
News TV. Un nuovo terremoto mediatico travolge la scena politica: la trasmissione Report, condotta da Sigfrido Ranucci, è finita al centro di un caso esplosivo che coinvolge direttamente Giorgia Meloni. L’inchiesta che andrà in onda domani su Rai 3 promette di rivelare “documenti esclusivi” e presunti messaggi privati tra la premier e un alto funzionario dello Stato, suscitando l’immediata reazione di Fratelli d’Italia, che parla apertamente di “violazione gravissima della democrazia”.
Al centro dell’inchiesta c’è un presunto scambio di messaggi risalente al 2021, in piena emergenza Covid. Secondo quanto anticipato, Agostino Ghiglia, membro dell’Autorità Garante per la Privacy, avrebbe informato Meloni in anteprima della decisione del governo Draghi sul green pass. L’allora leader dell’opposizione avrebbe risposto: «Bravo, ora esco», per poi diffondere una dichiarazione pubblica ripresa dalle agenzie di stampa.
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L’indignazione di Fratelli d’Italia
La reazione del partito di maggioranza non si è fatta attendere. Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione di FdI, ha parlato di una “ferita alla democrazia”, denunciando una violazione inaccettabile della privacy: “Non esiste alcuna base legale per cui un giornalista possa ottenere e pubblicare conversazioni private tra un parlamentare e un membro di un’autorità di garanzia, se non sono stati loro stessi a renderle pubbliche”.
Anche Federico Mollicone, deputato di FdI, ha annunciato un’interrogazione parlamentare per chiarire “se le attività investigative di Report siano conformi alla deontologia professionale e alle regole di uno Stato di diritto”. Nel frattempo, all’interno del partito cresce la convinzione che dietro la diffusione di certe informazioni ci sia una strategia di attacco politico mirata a danneggiare il governo e la premier.
L’appoggio dell’opposizione a Ranucci
Sul fronte opposto, Pd, M5S e Alleanza Verdi e Sinistra difendono Ranucci e il lavoro del suo team giornalistico. Per loro, mandare in onda le presunte chat non rappresenterebbe una violazione, ma un atto di trasparenza nei confronti dei cittadini. “Il giornalismo d’inchiesta serve a questo – spiegano dalle opposizioni – a raccontare ciò che il potere vorrebbe tenere nascosto”.
Ranucci, da parte sua, ha confermato che nella puntata verranno mostrati anche i compensi dell’Ufficio del Garante della Privacy, già finiti nel mirino di Report nelle scorse settimane. Ma la replica dell’Autorità non si è fatta attendere: “Le cifre indicate da Report sono errate. Gli stipendi sono in linea con la legge e con quelli delle altre Autorità. L’avanzo di cassa è di 65 milioni, non 95 come dichiarato”.
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