
Il caso Garlasco torna al centro dell’attenzione dopo quasi diciotto anni dall’omicidio di Chiara Poggi. Le recenti attività investigative, disposte dalla magistratura, hanno riaperto la discussione su uno dei più complessi episodi di cronaca nera italiana. Le indagini puntano a chiarire i dettagli di quanto avvenuto il 13 agosto 2007 nella villetta di via Pascoli, una tragedia che ha profondamente segnato la comunità locale e l’opinione pubblica nazionale.

Nuove verifiche con tecnologie avanzate
Nel quadro della nuova fase istruttoria, la Procura ha incaricato un esperto di rianalizzare i reperti custoditi dal 2007, utilizzando le più recenti tecniche scientifiche. L’obiettivo principale è stabilire con precisione chi si trovasse all’interno dell’abitazione al momento del delitto. Il perito Giovanni Di Censo ha concluso le analisi, i cui risultati sono stati ufficialmente depositati nelle ultime ore.

Risultati delle analisi sulle impronte digitali
Le nuove verifiche hanno permesso di isolare due impronte digitali leggibili sulla porta d’ingresso della casa di Garlasco. Queste sono risultate appartenere a Marco Poggi, fratello della vittima, e a un operatore tecnico. Sulle superfici di una confezione di cereali in cellophane e su un sacchetto della spazzatura sono state invece rinvenute sei impronte, tutte attribuibili a Chiara Poggi.

Le impronte sulla porta di casa “appartengono a Marco Poggi”
Come riportato dagli esiti delle analisi affidate al perito nominato dalla gip: “Appartengono a Marco Poggi e a un operatore le due impronte digitali leggibili che sono state repertate sulla porta d’ingresso della villetta di Garlasco in cui, il 13 agosto 2007, è stata uccisa Chiara Poggi. Sono della vittima, invece, le sei impronte trovate su una confezione in cellophane di cereali e su un sacchetto della spazzatura.”
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