
La comunità di Muggia, vicino Trieste, è sconvolta dalla morte di Giovanni, il bambino di 9 anni ucciso dalla madre Olena Stasiuk, 55 anni. Il fatto è avvenuto in un contesto familiare estremamente delicato, segnato da conflitti e da una lunga battaglia legale per l’affidamento. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il piccolo era affidato al padre, Paolo Trame, e gli incontri con la madre avvenivano esclusivamente sotto la supervisione dei servizi sociali, come disposto dal tribunale.


Il dramma di Giovanni: ricostruzione di una tragedia
A raccontare le prime ore dopo il tragico evento è don Andrea Destradi, parroco del Duomo dei Santi Giovanni e Paolo, testimone del dolore del padre. «Parole rotte dal pianto, incredulità e un dolore inconsolabile» descrivono la telefonata ricevuta da Paolo la mattina successiva all’omicidio. La comunità è in choc e ora sono in tanti a chiedersi come ciò sia potuto accadere. Il don ha rotto il silenzio rivelando una verità agghiacciante sulla situazione familiare e, in particolare, sulle condizioni della madre del bambino.

Muggia, madre uccide il figlio di 9 anni
Il terribile episodio si è consumato in un edificio storico che si affaccia su piazza Marconi, dove Olena Stasiuk, cittadina ucraina residente da molti anni in Italia, avrebbe colpito mortalmente Giovanni con un coltello da cucina. In seguito, la donna avrebbe tentato di simulare un gesto autolesionistico, riportando solo ferite superficiali.
Secondo la Squadra Mobile di Trieste, la scena ritrovata dagli agenti intervenuti è stata particolarmente drammatica e ha lasciato un segno profondo anche tra i soccorritori. Le prime indagini indicano che il bambino sarebbe stato ucciso con numerosi fendenti, in modo fatale e improvviso.
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