
L’astensionismo si conferma protagonista delle elezioni regionali 2025, segnando un nuovo record negativo per la partecipazione degli elettori. I dati ufficiali registrano un crollo dell’affluenza che mette in discussione la rappresentatività del voto e alimenta il dibattito sulla crisi della democrazia partecipativa. Il fenomeno si manifesta con una forza tale da superare ogni precedente storico, lasciando spazio a riflessioni profonde sulla distanza crescente tra cittadini e istituzioni.
Il silenzio degli elettori, ormai diventato una presenza ingombrante, si traduce non solo in numeri, ma in un segnale chiaro di sfiducia verso la politica. Il dato più preoccupante riguarda la progressiva normalizzazione dell’astensionismo: un’abitudine che, una volta radicata, rischia di diventare strutturale e difficilmente reversibile, incidendo sulle dinamiche delle consultazioni future e sull’equilibrio stesso del sistema rappresentativo.
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Una crisi trasversale a tutti i partiti
Il fenomeno colpisce indistintamente tutte le forze politiche, senza esclusioni o attenuanti. L’assenza di una proposta politica percepita come incisiva e la prevalenza di logiche di contrapposizione simbolica sembrano aver allontanato ulteriormente una larga fetta di elettorato, soprattutto nelle aree periferiche e tra le fasce più giovani.
La sfida sembra essere quella di ricostruire un legame credibile tra politica e società, superando la logica dello scontro e riportando al centro temi concreti.
I numeri ufficiali della partecipazione
Alle ore 23 del 23 novembre, secondo i dati ufficiali, ha votato soltanto il 31,97% degli aventi diritto, contro il 41,53% della precedente tornata elettorale. Una diminuzione di quasi dieci punti che conferma la tendenza già emersa negli ultimi anni.
Nel dettaglio regionale:
• Campania: 32,09% (precedentemente 38,91%)
• Puglia: 29,45% (contro il 39,88% passato)
• Veneto: 33,88% (rispetto al 46,13% precedente)

Numeri che fotografano una crisi diffusa lungo tutto il territorio nazionale.
Nonostante una campagna elettorale intensa, con la presenza costante dei principali leader e numerosi eventi mediatici, l’elettorato ha risposto con distacco. L’astensionismo appare più radicato nelle zone periferiche e nei grandi centri urbani, dove la distanza percepita dalle istituzioni è maggiore.
Le motivazioni attribuite al calo sono molteplici: disillusione verso promesse mancate, mancanza di alternative credibili, sfiducia nelle istituzioni, percezione di una distanza incolmabile tra cittadini e rappresentanti.
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