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“Un grandissimo dolore”. Mara Venier senza filtri: le ferite in amore e la rinascita in tv

"Un grandissimo dolore". Mara Venier senza filtri: le ferite in amore e la rinascita in tv

Personaggi tv. L’eco di una vita vissuta senza copioni prestabiliti attraversa ancora oggi il racconto di Mara Venier, che nell’intervista al Corriere della Sera riapre stanze della memoria rimaste luminose, persino quando contenevano scelte difficili. Una carriera nata quasi per caso, un amore che la portò lontano dalla sua Venezia, incontri che le spalancarono porte professionali e sentimentali, fino alla frase che — tra cipolle affettate e verità disarmanti — le ha cambiato l’esistenza. Bastò uno sguardo, e una semplice indicazione: essere se stessa. Ma questa storia, prima di arrivare a quel momento rivelatore, attraversa anni di fughe, ritorni, cinema, maternità precoci e una Roma che l’accolse con una Rolls Royce e un tramonto indimenticabile.

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Mara Venier e la scelta che cambiò tutto

Nel 1993 la conduttrice era ancora indecisa se accettare la guida di “Domenica In”. Non immaginava che la certezza sarebbe arrivata in una cucina, mentre Renzo Arbore tagliava cipolle. Entrò “struccata, in jeans e con i capelli raccolti con la pinza”, e fu allora che Arbore le disse: “Ecco Mara, sii così, niente di più, niente di meno”. Una frase che avrebbe potuto suonare come una banalità, ma che per lei fu un faro. «Capii. Potevo avere successo se fossi rimasta me stessa».
Nel ricordarlo, la conduttrice ammette che «in fondo un po’ sono rimasta la ragazza di Venezia, cresciuta a Mestre, che nel ’68 venne a Roma per cantarle al marito».

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Francesco Ferracini e gli inizi inattesi

Il primo amore, quello che la portò lontano dalla sua città, per lei ha un nome preciso: Francesco Ferracini, «bello e sfuggente». Si conobbero «nel bar principale di Mestre, un amore fulminante». Rimase incinta, si sposarono, e «lui se ne andò la sera stessa delle nozze».
Da lì iniziò un percorso tortuoso: l’attesa, il giudizio della gente, i genitori disperati, finché decise di salire su un treno. Alla stazione Termini la attendeva una Rolls Royce con Ferracini e lo stilista Roberto Capucci, che le propose di fare la modella «per centomila lire al giorno».

Ma non fu il lavoro a trattenerla a Roma.

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