
Personaggi Tv. Per tre giorni, la notizia della scomparsa di Ornella Vanoni ha fermato il battito della musica italiana. A 91 anni, la “Voce di Velluto” ha lasciato un vuoto incolmabile, ma il suo addio a Milano è stato tutt’altro che silenzioso. Tra l’eco delle sue canzoni e il giallo dei suoi fiori prediletti, il Piccolo Teatro Grassi è diventato il palcoscenico di un’emozione collettiva, un fiume in piena di milanesi, colleghi e amici che hanno voluto salutare per l’ultima volta “l’anima di Milano”. Dalle lacrime commosse di Paolo Rossi agli omaggi floreali dal significato profondo, passando per il saluto commosso di Adriano Celentano, l’ultima recita della Diva è stata un mosaico di sentimenti puri.
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Fiori gialli e lacrime al Piccolo Teatro Grassi
Nonostante la pioggia battente, il flusso di milanesi verso il Piccolo Teatro Grassi non ha accennato a diminuire, segno inequivocabile dell’amore e della profonda gratitudine che la città nutriva per Ornella Vanoni. La camera ardente, aperta fino alle 13.00, ha accolto non solo il pubblico ma anche numerose personalità che hanno voluto rendere omaggio all’artista. L’atmosfera era intrisa di emozione, scandita dalle note incessanti di “Domani è un altro giorno” che risuonavano nella Sala Grassi. A colpire l’occhio e a definire l’estetica di questo ultimo saluto è stato il giallo delle composizioni floreali, il colore che Ornella Vanoni amava e che, in questo contesto, simboleggiava forse la luce e l’energia inesauribile dell’artista. Tra questi, spiccava anche il tributo formale del “Club Tenco“, a testimoniare il suo ruolo fondamentale nella storia della canzone d’autore.
La Vanoni, come recita uno dei messaggi lasciati sui registri commemorativi, è stata veramente “l’anima di Milano“. Questa identificazione profonda tra l’artista e la sua città è stata palpabile. Un altro visitatore l’ha salutata con un semplice e onesto: “Addio voce di velluto“, mentre un terzo ha ribadito l’assoluta unicità del suo talento: “Inimitabile, solo tu“. Ma l’emozione più intensa e visibile è stata quella dell’attore Paolo Rossi. All’uscita dal teatro, visibilmente scosso e incapace di contenere il dolore, Paolo Rossi ha potuto solo pronunciare poche, strazianti parole: “Scusatemi, sto male“. Un momento di pura fragilità che ha sottolineato il legame profondo e non mediato che l’artista aveva saputo creare con i suoi colleghi.

La dichiarazione d’amore silenziosa: L’omaggio di Gino Paoli
Se le lacrime di Paolo Rossi hanno parlato del dolore del presente, un omaggio floreale ha richiamato alla mente una delle storie d’amore più iconiche e durature della musica italiana: quella tra Ornella Vanoni e Gino Paoli. Nonostante la relazione sentimentale fosse terminata da tempo, il loro rapporto di profonda amicizia non si è mai interrotto. E l’addio di Paoli è stato un gesto di una delicatezza e di un’intensità che hanno commosso tutti i presenti.
Vicino alla bara color noce, è stato deposto un cuscino sontuoso composto esclusivamente da rose gialle. Sul nastro verde che lo adornava, una sola parola, potente e sufficiente: “Gino“. Un omaggio che racchiude anni di vita, arte e complicità. Poco distante, a completare il tributo e a dimostrare un legame che trascende l’individuo, era presente anche una composizione floreale recante la scritta “famiglia Paoli“. Questo gesto di Gino Paoli non è solo un saluto, ma la riaffermazione di un vincolo immortale che ha lasciato un segno indelebile non solo nelle vite dei due artisti, ma nell’immaginario collettivo di un’intera nazione. Ma l’emozione non si è fermata qui, perché un’altra grande voce ha voluto condividere il suo pensiero con parole altrettanto significative.
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