
Le recenti elezioni regionali hanno segnato una svolta significativa per il centrosinistra, che conquista la scena politica con le vittorie in Puglia e Campania e un risultato inatteso in Veneto. Secondo i dati forniti dal responsabile organizzazione del Pd, Igor Taruffi, la mappa politica passa da “9-4 a 7-6” in favore del centrodestra, tenendo conto anche delle consultazioni dell’anno precedente. Questo nuovo equilibrio rinvigorisce la narrazione di una coalizione progressista in fase ascendente e prepara il terreno per sfide politiche future a livello nazionale.

Risultati elettorali: una doppia affermazione che rilancia il centrosinistra
Nell’analisi dettagliata di Taruffi vengono considerate non solo le regioni chiamate al voto in autunno – Marche, Calabria, Toscana, Puglia, Campania, Veneto – ma anche i risultati di Liguria, Umbria e Sardegna. Particolarmente rilevante è il balzo in avanti registrato in Veneto da Giovanni Manildo, che sfiora il 30% dei consensi, raddoppiando i numeri di cinque anni fa e confermando una crescita tangibile. La segretaria del Pd, Elly Schlein, sottolinea il momento con un messaggio diretto alla premier: “Meloni oggi ha ben poco da festeggiare”.
All’interno del Movimento 5 Stelle, il presidente Giuseppe Conte celebra la storica vittoria di Roberto Fico in Campania. In un clima di entusiasmo, Conte ringrazia tutte le forze della coalizione, rimarcando il valore di un percorso unitario e annunciando una “doppietta storica” per il movimento: dalla conquista di Alessandra Todde in Sardegna fino all’affermazione di Fico.

Si apre la sfida sulla leadership
Dietro l’ottimismo emergono però le prime tensioni interne alla coalizione, in particolare sul ruolo dominante del Pd quale primo partito dell’alleanza. Le conferme di Puglia e Campania riaccendono il dibattito sulla leadership e sugli equilibri interni, con un occhio attento all’evoluzione della legge elettorale. L’attuale normativa elettorale mantiene il Pd al centro della scena, ma eventuali cambiamenti proporzionali o l’introduzione dell’indicazione del premier in scheda aprirebbero la strada a nuove primarie di coalizione.
Scopriamo tutti i dettagli nella pagina successiva