
Sondaggi, chi guadagna più voti e chi resta indietro: la classifica – Nelle ultime settimane la politica italiana si è mossa come in una lenta marea: qualche partito avanza appena, altri arretrano, qualcuno rimane immobile. A fotografare questo quadro è l’ultima media dei sondaggi elaborata da Termometro Politico, un’istantanea che confronta i dati attuali con quelli del 25 ottobre. Il risultato? Un mosaico che racconta più incertezze che slanci. E che, va ricordato, non include gli effetti delle recenti elezioni regionali del weekend, destinate probabilmente a spostare ancora qualcosa.

Sondaggi, chi guadagna più voti e chi resta indietro: la classifica
Tra chi può tirare un sospiro di sollievo c’è sicuramente Fratelli d’Italia, che si attesta al 30,5% dei consensi. Un numero che parla da solo: solido, rassicurante e in lieve ascesa (+0,2% nell’ultimo mese). Per il partito di Giorgia Meloni, la linea appare stabile e la curva non mostra scosse in negativo. Resta da capire se la spinta accumulata dal centrosinistra nelle regionali e il nuovo protagonismo di Elly Schlein avranno un effetto nelle rilevazioni future.


PD in affanno: è il calo più marcato dell’ultimo mese
Decisamente meno serena la situazione nel Partito Democratico, che arretra al 21,3%, perdendo sei decimi in un mese. È la flessione più evidente tra tutte le forze politiche e rappresenta il dato peggiore per i dem dall’appuntamento con le europee. Rispetto a un anno e mezzo fa, quando i sondaggi erano decisamente meno generosi, il quadro non è drammatico; ma la distanza da quel 24% conquistato alle europee rimane un problema politico e psicologico per il partito.


M5S stabile, FI tiene, la Lega scende: un centrodestra a velocità diverse
Nel campo del Movimento, la situazione appare quasi immobile: il M5s è al 12,2%, con un lieve -0,1% che racconta più continuità che crisi. Le recenti regionali, in particolare in Puglia, hanno mostrato una buona capacità di mobilitare la base, anche se non si è tradotta in percentuali elevate. Forza Italia si ferma all’8,8%, perdendo un solo decimale. Un segnale che per Antonio Tajani vale quasi come un mezzo sorriso, soprattutto dopo i buoni risultati ottenuti alle regionali. Molto più complicata la situazione per la Lega, che scende all’8,2%, perdendo quattro decimi in un mese. Il partito di Matteo Salvini continua ad allontanarsi da FI nel quadro nazionale, pur essendo riuscito — caso unico — a superare nettamente FdI in Veneto, trainato dalle oltre 200mila preferenze di Luca Zaia. Un colpo d’aria fresca che però non basta a invertire la tendenza generale.
Scopriamo tutti i dettagli nella pagina successiva