
A Palmoli, piccolo centro circondato dai boschi nella provincia di Chieti, la situazione della famiglia Birmingham era già oggetto di attenzione pubblica un anno fa. La madre, Catherine, insieme ai tre figli, viveva in un casolare isolato. In quel periodo, la donna decise di compiere una scelta improvvisa che avrebbe avuto ripercussioni significative.
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Fuga programmata e timori verso i servizi sociali
Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Centro, la decisione di allontanarsi non fu affatto casuale. Catherine agì spinta da un crescente timore nei confronti dei servizi sociali, sospettando che potessero intervenire e portare via i bambini. Questa paura, come si è visto successivamente, aveva un fondamento concreto. Dopo la sua partenza verso Bologna, si aprì una fase di incertezza sia per gli inquirenti sia per gli assistenti sociali, impegnati a monitorare la situazione familiare. La procura avviò un’indagine dettagliata, ricostruendo gli spostamenti della donna e dei figli, mentre a Palmoli rimaneva solo Nathan, il padre, determinato a proteggere la moglie.
Contraddizioni e comunicazioni ufficiali: la posizione della madre
Nathan fornì versioni discordanti, dichiarando ad esempio che la moglie fosse tornata in Inghilterra con i figli mentre lui era rimasto per cercare una soluzione. Nei giorni successivi, Catherine riapparve tramite corrispondenza. A metà novembre, inviò una comunicazione ai carabinieri in cui affermava di non voler “rivelare assolutamente la posizione” della famiglia, motivando la scelta con la “minaccia che ci portino via i nostri figli”. Nel fascicolo sono riportate integralmente le sue parole, seguite da ulteriori messaggi caratterizzati da crescente tensione, in cui emergeva la difficoltà di scegliere tra il timore di essere rintracciata e il bisogno di far conoscere la propria versione dei fatti.
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