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Famiglia nel bosco, colpo di scena: la decisione dei genitori dopo la rinuncia dell’avvocato

La situazione della famiglia che vive in un casolare isolato nei pressi di Palmoli continua a evolversi, portando ulteriori elementi di interesse sul caso che coinvolge i minori e le scelte educative dei genitori. Nelle ultime ore, si è verificato un importante cambiamento: l’avvocato incaricato di rappresentare la coppia ha rinunciato al mandato, lasciando la famiglia senza assistenza legale a pochi giorni dalla scadenza per impugnare l’ordinanza che dispone l’allontanamento dei tre figli. Come hanno reagito i genitori?

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Casolare isolato nei boschi di Palmoli

Ricorso sospeso: motivazioni dell’addio dell’avvocato

Il ricorso contro il provvedimento del Tribunale per i Minorenni dell’Aquila era in preparazione proprio in questi giorni. Al centro della contestazione vi sono le condizioni di vita nel casolare, la scelta educativa della coppia e le valutazioni dei servizi sociali. Tuttavia, la rinuncia dell’avvocato ha interrotto il percorso, creando incertezza in un momento cruciale della vicenda giudiziaria.

La decisione dell’ormai ex difensore è stata resa pubblica attraverso una comunicazione formale, nella quale il professionista ha segnalato un “clima diventato ingestibile” e ha sottolineato le “continue pressioni esterne” subite dalla famiglia, che hanno minato il rapporto di fiducia con i clienti. Questo quadro evidenzia le difficoltà provocate dal forte interesse mediatico e dai contrasti apparsi sui social.

Uno dei membri della famiglia coinvolta nel caso

Dettagli sulle dimissioni: le parole dell’avvocato uscente

Nella nota di dimissioni, il precedente avvocato ha illustrato alcuni aspetti rilevanti riguardo la preparazione del ricorso, affermando di aver “fissato per la mattina stessa un appuntamento con una psicologa psicoterapeuta infantile specializzata in psicoterapia cognitivo comportamentale”, con l’obiettivo di offrire “un supporto tecnico e scientifico da presentare eventualmente in giudizio”.

Ha aggiunto che l’impossibilità di proseguire su questa linea e la mancanza di tempo utile avrebbero portato il rischio di “offrire una difesa monca e non aderente alla linea difensiva concordata”. Il legale ha definito la scelta “l’ultima che un professionista serio vorrebbe adottare” e ha spiegato che “troppe pressanti ingerenze esterne” hanno compromesso progressivamente il rapporto fiduciario con la famiglia.

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