
Il caso dei cosiddetti “bimbi del bosco” si arricchisce di nuovi particolari dopo la clamorosa decisione dell’avvocato Giovanni Angelucci di ritirarsi dalla difesa della famiglia Trevallion-Birmingham. L’annuncio è arrivato dopo giorni di tensione e numerosi tentativi falliti di trovare una soluzione condivisa. «Ci sono state ingerenze esterne, si è incrinata la fiducia», afferma Angelucci, visibilmente provato, mentre ripercorre gli eventi che lo hanno portato a questa scelta sofferta.
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Il motivo dell’addio dell’avvocato
La famiglia, che negli ultimi 6 mesi ha cambiato ben 4 legali, si trova ancora una volta senza una figura di riferimento per la difesa della propria posizione nella delicata questione della potestà genitoriale dei 3 figli. Lo stesso Angelucci evidenzia come questa instabilità non sia “un buon segno” per chi aspira a riottenere la custodia dei minori, sottolineando le difficoltà di instaurare un percorso legale stabile.
Secondo quanto riferito dall’avvocato, la situazione si è deteriorata rapidamente nelle ultime 48 ore, segnate da appuntamenti mancati e continui ripensamenti. Martedì avrebbe dovuto rappresentare un momento chiave, con un nuovo incontro tra Angelucci e Nathan, il padre dei bambini, oltre che il sopralluogo presso una soluzione abitativa proposta gratuitamente da un imprenditore locale. Tuttavia, Nathan non si è presentato all’appuntamento, lasciando Angelucci e i sostenitori della famiglia nell’incertezza.

Tentativi di aiuto alla famiglia
La proposta, ritenuta particolarmente vantaggiosa, consisteva in un bed and breakfast immerso nel bosco, una casa contadina completamente ristrutturata, dotata di tre camere, soggiorno, cucina, porticato e garage, offerta senza alcun costo per la famiglia. «Sì, gratis», sottolinea Angelucci, che però si è trovato di fronte all’ennesimo rifiuto da parte della coppia.
A questa proposta si era sommata quella avanzata dal sindaco di Palmoli, Giuseppe Masciulli, che aveva messo a disposizione una seconda casa, anch’essa ristrutturata appositamente per la famiglia. «Un piano, 70 metri quadrati, ampio terreno. Rifatta venti giorni fa. C’era anche l’energia elettrica, prodotta dai pannelli fotovoltaici. Neppure l’ha guardata», racconta il legale, sottolineando come anche questa soluzione fosse stata respinta per motivi legati alla rumorosità e alla mancanza di vista sull’alba.
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