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Garlasco, la voce clamorosa su Sempio è partita dai magistrati: ecco gli elementi

Garlasco Sempio

Il delitto di Garlasco torna al centro della cronaca giudiziaria con le recenti indagini condotte sulla traccia di DNA rinvenuta sotto le unghie di Chiara Poggi. Le nuove perizie scientifiche, focalizzate sul cromosoma Y individuato dalla genetista Denise Albani, restringono il campo dei sospettati agli uomini della linea paterna della famiglia Sempio. Tra questi, l’unico ad aver frequentato regolarmente l’abitazione di via Pascoli è Andrea Sempio, amico del fratello della vittima. Questa coincidenza genetica e la presenza nella cerchia familiare riportano quel nome al centro delle indagini. Siamo ad un punto di svolta nel caso?

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Chiara Poggi, la vittima del delitto di Garlasco, al centro delle nuove indagini

Garlasco, il ruolo del DNA nelle indagini: nuove valutazioni e possibili scenari

Per anni, il profilo genetico ritrovato sulle unghie di Chiara è stato ritenuto ininfluente ai fini investigativi. I legali della famiglia Poggi hanno spesso definito la prova “un dato scientifico non attendibile”, posizione ribadita anche recentemente.

Questo orientamento era stato rafforzato dalla relazione del perito d’appello Francesco De Stefano, secondo cui il materiale genetico risultava troppo scarso per consentire un confronto affidabile. Tuttavia, l’incidente probatorio disposto nelle settimane scorse ha messo in discussione tali conclusioni, aprendo nuove prospettive nell’accertamento della verità processuale.

Ritratto di Andrea Sempio, coinvolto nelle nuove analisi del caso Garlasco

Analisi contraddittorie e anomalie procedurali: la posizione della Procura

Secondo i magistrati di Pavia, il perito nominato in appello non avrebbe effettuato due repliche identiche dell’esame genetico, come richiesto dai protocolli, ottenendo così risultati difformi. Questa anomalia, oggi al vaglio degli inquirenti, assume un peso rilevante nel quadro probatorio.

L’ex pubblico ministero Mario Venditti, oggi indagato per corruzione, continua a sostenere: “Il colpevole è uno ed è Stasi, è scritto nelle sentenze”. Tuttavia, le più recenti perizie orientano le indagini verso nuovi scenari, riportando la scienza al centro del processo.

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