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Guerra, la svolta italiana che mette paura: è polemica

Il settore della difesa militare europea vive una fase di grande trasformazione, innescata da tensioni geopolitiche e dall’emergere di nuove minacce ibride. In questo clima di crescente preoccupazione, il recente intervento di Roberto Cingolani, amministratore delegato di Leonardo, ha segnato un passo importante: la presentazione del sistema di protezione aerea Michelangelo Dome. «Se c’è un momento in cui bisogna investire sulla Difesa è questo. Lo dico essendo in conflitto di interessi, perché non sta finendo una guerra, ne sta iniziando una nuova», ha sottolineato Cingolani, aprendo così un dibattito sulla necessità di rafforzare il comparto difensivo nazionale ed europeo.

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Leonardo presenta la “Cupola di Michelangelo”, uno scudo anti-missile per l’Europa

Il Michelangelo Dome rappresenta una piattaforma avanzata per la sicurezza collettiva, frutto di investimenti tecnologici e strategici che mirano a rispondere a scenari sempre più complessi. La sua introduzione coincide con un periodo di revisione delle politiche di difesa in molti Paesi europei, dove le istituzioni stanno riconsiderando priorità e modelli di sicurezza per affrontare minacce convenzionali e non convenzionali.

Il contesto internazionale vede il ritorno delle tensioni tra grandi potenze e l’aumento di attacchi informatici, sabotaggi e operazioni sotto soglia che mettono in discussione la stabilità dell’Unione Europea. In questo senso, il nuovo sistema di protezione aerea si inserisce in un mosaico di risposte che coinvolgono non solo la dimensione militare, ma anche quella politica e sociale.

La presentazione del Michelangelo Dome avviene inoltre in un momento di acceso dibattito interno, alimentato dalle recenti dichiarazioni del ministro della Difesa Guido Crosetto e dal confronto europeo sulle strategie per il futuro. In parallelo, si moltiplicano gli appelli a intensificare la cooperazione tra Stati membri e a investire su tecnologie all’avanguardia per garantire la sicurezza collettiva.

Schema illustrativo del Michelangelo Dome, sistema di difesa aerea integrata
Difesa europea e nuove strategie contro minacce ibride

Cos’è la cupola di Michelangelo

Il nome Michelangelo Dome richiama la celebre cupola della Basilica di San Pietro, simbolo di perfezione architettonica e solidità, evocando così l’idea di una protezione robusta e armonica. Il sistema progettato da Leonardo si basa su intelligenza artificiale e architetture modulari, pensate per coordinare in tempo reale una vasta rete di sensori e piattaforme militari distribuite su più domini: terra, mare, cielo e spazio. La struttura integra sistemi di comando e controllo, strumenti di cyber-difesa e algoritmi di analisi predittiva capaci di identificare, classificare e neutralizzare minacce in tempi estremamente rapidi. L’obiettivo dichiarato è costruire una “cupola” aperta, sviluppata in collaborazione con le Forze armate italiane e pronta a dialogare con i partner europei, in linea con le più recenti direttive sulla difesa comune.

Di particolare rilievo è la capacità del sistema di fronteggiare attacchi ipersonici, in grado di raggiungere velocità superiori a diversi chilometri al secondo, e di adattarsi a scenari operativi estremamente variabili. Questo rende il Michelangelo Dome uno strumento strategico nella prevenzione e gestione di crisi che possono minacciare la sicurezza nazionale e continentale. Alla base del progetto c’è una visione di difesa integrata, dove la tecnologia svolge un ruolo centrale ma non sostituisce la necessità di cooperazione politica e sociale. Secondo Cingolani, la piattaforma sarà operativa entro il 2027, con dettagli industriali e commerciali che verranno chiariti nei prossimi aggiornamenti del piano strategico di Leonardo.

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