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Volo scomparso, cosa succede: l’annuncio è appena arrivato

Immagine rappresentativa delle ricerche per il volo MH370 scomparso

Volo scomparso, cosa succede: l’annuncio è appena arrivato – Alcuni eventi segnano la memoria collettiva con una forza tale da restare sospesi nel tempo, come una domanda senza risposta. La scomparsa del volo Malaysia Airlines MH370 rappresenta uno di questi casi: un enigma che, a quasi undici anni di distanza, continua ad alimentare attese, inquietudini e speranze. Oggi, la Malesia ha ufficialmente riaperto il capitolo delle ricerche, annunciando una nuova spedizione sottomarina che prenderà il via il 30 dicembre. Una decisione che riaccende l’attenzione internazionale su una vicenda che, nel tempo, ha coinvolto governi, famiglie e comunità scientifiche di tutto il mondo.

Volo scomparso, cosa succede: l’annuncio è appena arrivato

L’incarico per questa nuova missione è stato affidato alla società statunitense Ocean Infinity, già nota per la sua esperienza in spedizioni oceaniche ad alta complessità. Il gruppo avrà a disposizione 55 giorni per scandagliare una zona mirata dell’Oceano Indiano, utilizzando tecnologie di ricerca tra le più avanzate oggi disponibili, con l’obiettivo di individuare finalmente il relitto del Boeing 777 scomparso. Questa volta, il governo malese ha optato per una formula contrattuale particolare: “no-find, no-fee“. In pratica, la Ocean Infinity riceverà un compenso di 70 milioni di dollari solo in caso di ritrovamento del relitto, una scelta che punta a contenere i costi pubblici e a garantire il massimo impegno da parte della società incaricata. L’iniziativa, dunque, si preannuncia come una delle più rilevanti e attese degli ultimi anni nell’ambito della ricerca sottomarina.

Il volo MH370 era decollato da Kuala Lumpur la sera del 7 marzo 2014, diretto verso Pechino con 239 persone a bordo tra passeggeri e membri dell’equipaggio. Dopo circa 40 minuti dal decollo, l’aereo aveva deviato dalla rotta programmata, interrompendo ogni comunicazione con i controllori di volo e generando uno dei più grandi misteri della storia dell’aviazione civile.

Le ricerche precedenti e le sfide tecniche

Le operazioni di ricerca intraprese negli anni successivi alla scomparsa dell’MH370 hanno rappresentato uno sforzo senza precedenti: fra il 2014 e il 2018, numerosi Paesi hanno contribuito a una delle più grandi missioni oceaniche mai realizzate, coinvolgendo centinaia di esperti e impiegando tecnologie sofisticate. Tuttavia, nonostante l’enorme dispiego di risorse, la posizione esatta dell’aereo non è mai stata individuata e il relitto principale giace ancora da qualche parte nel remoto Oceano Indiano meridionale.

Le difficoltà logistiche sono state enormi, a causa dell’estensione dell’area da esplorare e delle condizioni proibitive dell’oceano. Nel corso delle indagini, alcuni frammenti compatibili con il Boeing 777 sono stati rinvenuti sulle coste dell’Africa orientale e su diverse isole dell’oceano: tra questi, parti d’ala che hanno confermato la disgregazione dell’aereo in mare. Tuttavia, il relitto principale non è mai stato localizzato e rimane il nodo centrale per comprendere le cause della tragedia. La scomparsa del volo MH370 ha dato origine a numerose teorie, spesso alimentate dalla mancanza di risposte certe. Le famiglie delle vittime, in particolare, hanno vissuto questi anni tra speranza e dolore, chiedendo a gran voce nuove ricerche e la verità su quanto accaduto. La riapertura ufficiale delle indagini rappresenta quindi un passaggio fondamentale nella ricerca di giustizia.

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