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Arrestato! Terremoto nella politica italiana: l’annuncio, accuse gravissime

Totò Cuffaro arrestato in Sicilia, foto della notizia

Il procedimento giudiziario entra in una fase decisiva. La posizione degli indagati, le eventuali ammissioni e le nuove evidenze raccolte potrebbero segnare i prossimi sviluppi di una storia che ha già riacceso il dibattito sulla trasparenza e la legalità nella gestione della cosa pubblica. La Procura prosegue il lavoro di analisi e ascolto dei testimoni per chiarire responsabilità e ruoli precisi all’interno di una rete che, secondo gli atti, avrebbe operato per anni con un sistema consolidato di favori e scambi illeciti. I riflettori restano così puntati sulla vicenda, in attesa di capire quali saranno le prossime mosse della giustizia.

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Scandalo appalti e nomine pubbliche: l’arresto di Totò Cuffaro

Un nuovo terremoto giudiziario scuote la Sicilia. L’ex presidente della Regione, Totò Cuffaro, è stato sottoposto agli arresti domiciliari in seguito a un’operazione coordinata dalla Procura di Palermo. L’indagine, che ipotizza una vasta rete di corruzione legata a appalti pubblici e nomine strategiche, ha visto l’intervento dei carabinieri del Ros nelle prime ore della mattina, portando alla luce presunti meccanismi di controllo illecito su gare e concorsi.

Secondo quanto evidenziato dagli inquirenti, al centro della vicenda si troverebbe un vero e proprio comitato d’affari, in cui Cuffaro avrebbe ricoperto un ruolo di primaria importanza. Le ipotesi di reato riguardano la manipolazione di bandi pubblici, la gestione pilotata di concorsi e l’assegnazione di incarichi a figure di fiducia, in cambio di vantaggi personali e favori politici.

Indagine su appalti e concorsi in Sicilia, foto d’archivio

Chi è coinvolto nell’inchiesta

La misura cautelare non riguarda solo Cuffaro: insieme a lui risultano coinvolti altri nomi di spicco come Mauro Marchese e Marco Dammone, rappresentanti della Dussmann Service Srl, azienda protagonista nel settore dei servizi. Per loro, il giudice ha disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e il divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriali. Altri indagati di rilievo, come il deputato nazionale Saverio Romano e il regionale Carmelo Pace, non hanno invece subito misure restrittive.

L’inchiesta prende le mosse dall’analisi di alcune gare sospette, tra cui la cosiddetta “gara ausiliariato” bandita dall’Asp di Siracusa e un concorso pubblico per operatori socio-sanitari all’azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello di Palermo. In entrambi i casi, secondo gli inquirenti, l’esito sarebbe stato condizionato da pressioni esterne e accordi sottobanco, favorendo candidati e imprese segnalati dal gruppo di potere.

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