
Un fermento angosciante e carico di attesa ha accompagnato per settimane la comunità di Garlasco e l’intera opinione pubblica italiana. Ora, il caso dell’omicidio di Chiara Poggi entra in una fase decisiva: i risultati delle ultime perizie scientifiche, disposte dalla giudice Daniela Garlaschelli, sono stati finalmente depositati. Un passo atteso da mesi, destinato a segnare il percorso giudiziario e a ridefinire il quadro degli indizi nell’inchiesta che vede oggi Andrea Sempio indagato per concorso nell’omicidio della giovane. Cosa emerge.

Garlasco, nuove indagini e attesa di una possibile svolta
Nel primo pomeriggio di ieri, mercoledì 3 dicembre, una mail a firma della genetista Denise Albani, del dattiloscopista Domenico Marchigiani e del perito Giovanni Di Censo ha raggiunto tutte le parti coinvolte. Al suo interno, la comunicazione ufficiale del deposito delle rispettive relazioni tecniche sull’incidente probatorio. Documenti che, già nelle ore successive, hanno acceso il dibattito tra avvocati, consulenti e familiari delle vittime, riportando al centro la ricerca della verità dopo diciassette anni di indagini, retroscena e sentenze definitive.


Perizie tecniche a confronto nelle indagini di Garlasco
L’attesa era palpabile: per settimane, le aule del tribunale di Pavia sono state teatro di confronti serrati, audizioni tecniche e discussioni sulle procedure di analisi. Da un lato, la difesa e i consulenti di Sempio, intenzionati a chiarire ogni dettaglio sulle tracce raccolte nella villetta di via Pascoli; dall’altro, la famiglia Poggi e i legali di Alberto Stasi, già condannato in via definitiva a sedici anni di carcere. Nel mezzo, la complessità di un mosaico probatorio che ha visto alternarsi speranze di svolta e momenti di stallo. Ma cosa cambia oggi, alla luce delle analisi ed evidenze contenute nella relazione depositata?
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