
Garlasco, la conferma sul dna é appena arrivata – Nel fascicolo del delitto di Garlasco, uno dei cold case più discussi degli ultimi anni, arriva un nuovo elemento destinato a far discutere. La giudice Daniela Garlaschelli ha infatti ricevuto la perizia della biologa genetista Denise Albani, depositata nell’ambito dell’incidente probatorio avviato sei mesi fa. Un documento atteso, nato per chiarire il valore delle tracce biologiche rinvenute sotto le unghie di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007. Al centro dell’analisi c’è l’indagato Andrea Sempio, sul quale negli ultimi mesi si sono concentrate nuove attenzioni investigative. Ma ciò che emerge dalle 90 pagine della relazione è più complesso di quanto alcuni si aspettassero.

Il Dna sotto le unghie e la compatibilità con la linea paterna di Sempio
Secondo la perizia, le tracce di DNA recuperate, identificate come Y428 – MDXS e Y429 – MSX1, risultano compatibili con la linea paterna di Andrea Sempio. La relazione, anticipata in esclusiva dal Tg1, chiarisce tuttavia che si tratta di un supporto “moderatamente forte/forte” e “moderato”, che deve essere valutato considerando le caratteristiche specifiche degli aplotipi Y confrontati. Albani precisa inoltre che, per sua natura, l’analisi del cromosoma Y non permette l’identificazione univoca di un singolo soggetto, nemmeno quando il profilo è completo e attribuibile a una sola fonte. In altre parole, la compatibilità indica una possibile appartenenza a un’intera linea familiare maschile, non a un individuo determinato.


Tracce miste, dubbi sulle modalità di deposito e risultati non replicabili
La genetista parla di “aplotipi misti parziali”, che pongono limiti molto netti: non è possibile stabilire se le tracce si trovassero sopra o sotto le unghie, da quale dito provengano, in quali circostanze siano state depositate, né se il materiale biologico sia arrivato lì per contaminazione, trasferimento accidentale o contatto diretto. Di conseguenza, la conclusione è chiara: «Non è stato possibile giungere a un risultato certamente affidabile». La relazione, infatti, ricalca quella già firmata dal professor Carlo Previderé per la Procura, e non risponde al quesito, volutamente non inserito dal giudice, su come e quando quelle tracce compatibili con Sempio sarebbero finite sul corpo di Chiara Poggi.
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