
Il telecronista sportivo Carlo Vanzini ha reso pubblica la sua lotta contro un tumore al pancreas, diagnosticato il 18 giugno durante un controllo di routine che stava quasi rimandando. Un’ecografia addominale ha evidenziato una lesione sospetta: «Dobbiamo parlare, c’è una lesione», gli ha detto l’ecografista, evidenziando però la possibilità di intervenire rapidamente.
Vanzini ha subito informato la moglie, la giornalista Cristina Fantoni, che lo ha accompagnato nei successivi accertamenti. Una TAC di approfondimento e un consulto con una squadra chirurgica a Verona hanno delineato un primo percorso terapeutico, spiegato dal medico tramite un disegno su un foglio. «Sapere di potermi operare mi ha fatto intravedere un po’ di luce», ha raccontato il telecronista.
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Le cure tra Verona e Milano e il ruolo fondamentale della famiglia
La prosecuzione della terapia è avvenuta al San Raffaele di Milano, sotto la supervisione del professor Stefano Crippa, che ha confermato la validità del percorso già intrapreso. Questa coerenza di pareri medici ha dato ulteriore sicurezza a Vanzini.
La famiglia ha rappresentato un pilastro cruciale. La moglie Cristina, definita «la colonna portante della famiglia», ha gestito con delicatezza anche il difficile annuncio ai loro tre figli, avvenuto a fine luglio. Vanzini ha chiesto ai suoi cari di mantenere la quotidianità, sottolineando di non voler essere trattato come un malato da assistere, ma come un padre e un marito da sostenere con normalità.
Nel frattempo, i dieci cicli di chemioterapia hanno provocato gonfiore legato al cortisone e perdita di capelli e barba, cambiamenti che hanno iniziato a essere notati anche dal pubblico in televisione.
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