
Una famiglia che aveva scelto la natura, la semplicità e l’autosufficienza è ora al centro di un drammatico bivio: tre bambini, allontanati dalla loro casa nei boschi di Palmoli, attendono una decisione che potrebbe cambiare il corso delle loro vite. E mentre la comunità osserva, cresce l’ansia su cosa riserverà il domani. Ma non è detto che la svolta arrivi presto…
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Chi sono: la famiglia che voleva vivere “nel bosco”
La vicenda riguarda una coppia — madre australiana, padre britannico — e tre figli: una bambina di 8 anni e due gemelli di 6. I genitori hanno scelto di crescere i bambini in una casa isolata nei boschi di Palmoli (provincia di Chieti), senza acqua corrente né elettricità, seguendo uno stile di vita in simbiosi con la natura, coltivando un orto, allevando animali, praticando l’“unschooling” — cioè educazione domestica, lontana dalle scuole tradizionali.
Secondo loro, un progetto di vita alternativo, lontano dallo stress della società moderna. Ma per le autorità e i servizi sociali qualcosa non ha funzionato. 
Cosa è successo: intossicazione, ispezioni e scelta drammatica
L’allarme è scattato dopo un episodio tragico: nell’autunno 2024 la famiglia venne ricoverata per un’intossicazione da funghi raccolti nel bosco. Da allora, i Carabinieri e i servizi sociali hanno avviato una serie di verifiche sull’abitazione: casa senza luce, acqua, gas; bagni all’aperto; condizioni igienico-sanitarie considerate precarie. I bambini — secondo le relazioni — non frequentavano la scuola né avevano assistenza pediatrica o medica regolare.
Dopo l’intossicazione, l’allontanamento dei minori è diventato concreto. Il 20 novembre 2025 il Tribunale per i Minorenni dell’Aquila ha disposto lo spostamento dei tre figli in una comunità educativa a Vasto, nominando un tutore provvisorio. La potestà genitoriale è stata sospesa.
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