Alcuni cibi possono contenere delle sostanze potenzialmente cancerogene, una di queste è l’acrilamide. La sostanza si può formare sia in ambiente industriale che in ambiente domestico. Assunta in grandi quantità l’acrilamide diventa tossica per l’organismo. Come facciamo dunque ad evitare di ingerire questa sostanza? Ecco alcuni consigli utili.
Come si forma l’acrilamide
La sostanza è presente ad esempio nel caffè, nell’orzo, nei cibi a base di patate fritte, ma anche nel pane, nei biscotti e nei cracker. La frittura del cibo porta alla formazione dell’acrilamide. In generale si forma durante il processo di cottura, a temperature elevate (oltre 120-140°C), degli alimenti ricchi di carboidrati. Questo è uno dei motivi per cui gli esperti consigliano di limitare il consumo di cibi fritti, soprattutto se questi vengono impanati prima di essere messi nell’olio bollente.
La produzione di acrilamide è facilitata dall’assenza di acqua e dalla presenza di asparagina (un amminoacido) e di uno zucchero ridotto (come il glucosio o il fruttosio contenuti soprattutto nelle patate, ma anche nei cibi caramellati).
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Un trucco per ridurre la quantità di acrilamide nelle patatine fritte
La produzione industriale delle patatine fritte prevede il lavaggio subito dopo il taglio. Questo procedimento ha lo scopo di liberare gli spicchi o le rondelle di patate dagli zuccheri superficiali. Meno zucchero contengono i prodotto, meno acrilamide si forma. Dopo il taglio, occorre quindi immergerle in acqua fredda per 15 minuti, per poi asciugarle prima della cottura. Anche a livello domestico, si possono usare questi trucchi.