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Sigarette, le tabelle degli aumenti per pacchetto: di quanto sale il prezzo

Aumento prezzo sigarette: tabella degli aumenti previsti dalla Manovra 2026

L’attuale discussione sulla Manovra 2026 ha posto l’accento su una serie di provvedimenti con impatto diretto sulle abitudini dei cittadini e sulle casse dello Stato. Tra i punti più rilevanti si evidenzia l’aumento delle accise su sigarette, tabacco trinciato e derivati del fumo, una decisione che mira ad accrescere significativamente il gettito fiscale. Secondo le proiezioni governative, le nuove misure porteranno nelle casse pubbliche circa 1,46 miliardi di euro aggiuntivi nell’arco di tre anni, coinvolgendo sia i fumatori tradizionali sia coloro che preferiscono i prodotti a rischio ridotto, come i liquidi da inalazione e gli aromi.

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La manovra 2026 e la nuova strategia fiscale sui prodotti del tabacco

Il piano, articolato su più fronti, prevede un rialzo graduale delle imposte, con effetti tangibili sul prezzo finale dei prodotti per i consumatori. L’obiettivo dichiarato resta quello di sostenere le esigenze di bilancio dello Stato, senza trascurare la funzione deterrente nei confronti del consumo di tabacco, considerato dannoso per la salute pubblica.

Il rincaro delle accise si inserisce in un contesto già segnato da precedenti aumenti e dal costante monitoraggio dei consumi. Negli ultimi anni, il prezzo delle sigarette e del tabacco trinciato ha registrato incrementi costanti, ma la portata dell’attuale manovra rappresenta un salto di qualità: si tratta di una delle revisioni fiscali più incisive dell’ultimo decennio. Accanto alle sigarette tradizionali, la stretta interessa anche i prodotti a tabacco riscaldato e i liquidi per sigarette elettroniche, seppur con modalità e tempistiche differenti. Tuttavia, il focus principale resta sulle sigarette confezionate, vero e proprio “termometro” del settore sia in termini di consumi sia per quanto riguarda le entrate fiscali.

Sigarette: dettagli sui nuovi aumenti e impatto per i consumatori

Dal 2026, le accise specifiche sulle sigarette saliranno progressivamente: si partirà da 32 euro al chilo, per poi raggiungere 35,50 euro al chilo nel 2027 e toccare quota 38,50 euro al chilo dal 2028. Parallelamente, la quota percentuale dell’imposta sul prezzo di vendita scenderà gradualmente, passando dal 49,23% al 48% nello stesso periodo. Questa doppia manovra – aumento dell’accisa e lieve riduzione dell’aliquota ad valorem – è stata studiata per mantenere stabile il gettito, compensando eventuali variazioni nei consumi.

Tradotto in termini pratici, il prezzo di un pacchetto di sigarette subirà un aumento immediato di circa 14-15 centesimi già nel 2026. Gli anni successivi vedranno ulteriori incrementi: 10-12 centesimi nel 2027 e altri 13-14 centesimi nel 2028. Complessivamente, il rialzo atteso sul prezzo medio di un pacchetto si attesterà intorno ai 40 centesimi nell’arco di tre anni. Tuttavia, il costo effettivo potrà variare a seconda delle politiche commerciali dei singoli produttori.

Ad oggi, i pacchetti più diffusi, con prezzi compresi tra 5,30 e 5,50 euro, sono destinati a superare la soglia dei 5,70-5,90 euro entro il 2028. Le tabelle allegate alla legge di bilancio illustrano nel dettaglio l’evoluzione dei prezzi, consentendo ai consumatori di stimare l’impatto sulle proprie spese annuali. Per chi consuma un pacchetto al giorno, l’aumento annuale potrà raggiungere i 150 euro. Oltre all’aspetto economico, il governo sottolinea la funzione “educativa” di questi rincari, che dovrebbero contribuire a una riduzione progressiva del numero di fumatori. Tuttavia, secondo gli osservatori, la motivazione principale resta la necessità di reperire risorse aggiuntive per far fronte alle esigenze del bilancio nazionale. I rincari riguarderanno anche il tabacco trinciato.

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