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Umberto Smaila, quella faccenda con Jerry Calà: “Fu una pugnalata”

Umberto Smaila già da piccolo dimostrò di avere un enorme talento artistico. Il grande successo lo raggiunse da giovane, suonando ne “I Gatti di Vicolo Miracoli”. “Puntavo sul pianoforte, September morn di Neil Diamond era perfetta, poi due citazioni di Calvino ed era fatta..”, ha raccontato. Smaila ha ricordato di un vecchio episodio con Jerry Calà che lo fece soffrire: “Fu una pugnalata”. Ecco cosa è successo.

Umberto Smalia carriera

Umberto Smaila carriera: il talento del musicista

“In terza elementare la maestra convocò i miei genitori per segnalargli una mia attitudine artistica”, racconta Smaila. L’attore ha preso lezioni di dizione e di recitazione, ma anche di pianoforte e solfeggio. “Il classico nipotino che veniva messo sulla sedia per recitare le poesie ai parenti. A scuola ero il primo della classe, un bambinone con il fiocco azzurro e il colletto bianco. Prendevo sempre dieci, poi sono peggiorato”.

A 18 anni suonava la tastiera nei locali di Verona. “Il proprietario del locale in cui si andava a suonare — gratis, ovvio — si inventò questa trovata per distinguerci da un’altra band con i capelli verdi. Mi spruzzavo in testa una lacca argentata comprata dal ferramenta e attraversavo la città in Lambretta, purtroppo senza casco perché non si usava, vergognandomi come un ladro”. Il successo arrivò poi nel 1971, quando i Gatti approdano al mitico Derby. “Ninì Salerno e Franco Oppini erano in classe con me al liceo classico Scipione Maffei, Jerry Calà, più piccolo di un anno, lo abbiamo ripescato più tardi, quando già studiavo Giurisprudenza all’università, scegliendo con cura tutti gli esami più facili — mi sono fermato a quindici — ma prima siamo passati per Roma – ha raccontato l’attore -. Dovevano scritturarci per una serie di spot sull’educazione stradale del ministero dei Trasporti. Ci presentammo a casa dei funzionari Rai per fare i provini in calzamaglia nera, tipo I Gufi, non se ne fece niente. La svolta arrivò con Cino Tortorella”.

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Umberto Smaila e la pugnalata di Jerry Calà

Il Mago Zurlì li aiutò nel loro percorso musicale. “Ci invitò nella sua villa di Milano a cantare qualche canzone, quindi ci portò prima a mangiare — sia benedetto — e poi al Derby. Fummo letteralmente buttati sul palco, la gente si divertì. Il proprietario ci pagò 5 mila lire a testa. ‘Ora scrivete qualcosa di nuovo e saranno 10 mila’. Restammo due mesi chiusi in casa”. “Momenti irripetibili, con Paolo Villaggio, Enzo Jannacci, Cochi e Renato, mostri di bravura. Eravamo i più piccoli, i cocchi di mamma”.

Nel 1981 Jerry Calà decise di prendere un’altra strada e lasciare I Gatti. Per anni Smaila e Calà non si parlarono. “Ci eravamo giurati una sorta di eterno amore, fu una pugnalata. Poi però mi capitò la stessa cosa e lì ho capito che quando il treno passa, ci sali. Dopo ci siamo chiariti e adesso ci sentiamo tutti i giorni, a Pasquetta ci ritroveremo noi quattro al solito ristorante di Verona”.

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