Il dolore dei genitori di Alessandro
“Silvia è sempre più difficile ma noi andremo avanti e non ci fermeremo mai. Questa è una battaglia“, ha sottolineato Roberta, ospite a Verissimo insieme al marito Roberto. La donna punta il dito contro il sistema di ricerche. “Non serviva cercare un corpo dopo una settimana, bisognava cercarlo ancora vivo“, spiega. “Noi viviamo per trovarlo“, dicono i genitori di Alessandro dopo 40 mesi di silenzio. “Alessandro era un ragazzo speciale perché era molto determinato però allo stesso tempo davvero sensibile con un cuore grande – continua in lacrime Roberta -. Tante volte penso che non ha voluto darmi troppi problemi visto il mio momento di fragilità. La donna racconta di essersi ammalata e di aver notato un cambiamento nel figlio: “Aveva questi momenti di pianto e stava male. Il giorno prima di andare via lui ha pianto. Più volte gli ho chiesto: “cosa sta succedendo?”. E lui mi ha risposto “devo crescere“” (continua dopo la foto)
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Sull’ipotesi che Alessandro Venturelli possa essere entrato in una setta che gli impedisce di stabilire un contatto con l’esterno, Roberta Carassai afferma di “non avere certezze“. “La cosa che mi spiazza è che Alessandro non ci avrebbe mai fatto soffrire in questo modo – aggiunge Roberta -. Fino a quando non si trova bisogna prendere in considerazione tutti gli aspetti della vita di Alessandro. Hanno aperto un fascicolo con allontanamento volontario. Lui sicuramente aveva bisogno di aiuto. Noi siamo sempre impotenti e tutto quello che possiamo fare non lo facciamo tutto. Chiediamo con tanta forza l’ordine di indagine europeo. Siamo andati anche in Olanda. Alessandro ha il diritto di essere aiutato. Io sto talmente male ed è la leggerezza di chi doveva capire che ci porta a non avere certezze. Questo è disumano e devastante. Io non ce la faccio più. Non può finire così“