
Il delitto di Garlasco resta, a distanza di anni, uno dei capitoli più complessi e discussi della cronaca giudiziaria italiana. L’uccisione di Chiara Poggi, avvenuta il 13 agosto 2007 nella villetta di famiglia in provincia di Pavia, ha inaugurato una stagione di processi, inchieste parallele e ricostruzioni mediatiche che hanno segnato profondamente l’opinione pubblica. Da allora, il nome di Garlasco è diventato sinonimo di un caso emblematico, in cui giustizia, comunicazione e dolore privato si intrecciano in modo costante.
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Garlasco, le ombre sulle indagini
Nel corso di quasi due decenni il procedimento giudiziario ha attraversato fasi alterne, tra assoluzioni, annullamenti e nuove valutazioni probatorie, fino alla condanna definitiva di Alberto Stasi pronunciata dalla Cassazione nel 2015. Parallelamente, il caso è rimasto al centro dell’attenzione di stampa e televisioni, che hanno seguito ogni sviluppo trasformando il processo in un osservatorio permanente sui limiti e sulle potenzialità del sistema giudiziario italiano.
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Nuove indagini su Sempio: a che punto siamo
Negli ultimi anni il fascicolo Garlasco è tornato a occupare le cronache per effetto delle nuove indagini su Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, il cui nome è riemerso nell’ambito di approfondimenti investigativi richiesti dalla difesa di Stasi. Questo ulteriore capitolo ha riaperto interrogativi che molti ritenevano ormai chiusi, alimentando un dibattito serrato sul senso delle riaperture e sul peso delle nuove analisi tecniche in un contesto segnato da una sentenza passata in giudicato.
La presenza di Alberto Stasi in tribunale a Pavia per assistere all’incidente probatorio legato agli accertamenti su Andrea Sempio ha rappresentato uno dei momenti più significativi di questa nuova fase. Nelle ultime settimane erano tantissimi ad attendere con il fiato sospeso l’appuntamento di ieri. Ma cosa sta succedendo davvero?
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