Durante la scorsa puntata de “L’aria che tira“, il primario Michele Grio, in collegamento con lo studio televisivo, ha svelato cosa dicono i pazienti intubati per Covid-19 al risveglio. Le sue parole hanno sconvolto il pubblico in studio e sicuramente anche i telespettatori. Nessuno, infatti, si sarebbe aspettato una confessione del genere. (Continua dopo la foto…)
Tutto su “L’aria che tira”
L’aria che tira è un programma televisivo in onda su LA7 dal 10 ottobre 2011. La trasmissione è condotta da Myrta Merlino (sostituita in alcune puntate da Francesco Magnani). Il programma tratta di temi politici, economici e di attualità con ospiti in studio, servizi e collegamenti seguendo la formula del talk show. Dalla stagione 2013-2014 va in onda dalle 11 alle 13:25, precedendo l’edizione delle 13.30 del TG LA7. La puntata è suddivisa in due parti: “L’aria che tira” e “L’aria che tira oggi”. Il programma ha avuto un discreto successo sulla rete diretta da Urbano Cairo ed è giunto all’undicesima stagione. Sono stati prodotti anche alcuni spin-off, come “L’aria che tira estate” e “L’aria di domenica”. (Continua dopo la foto…)
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Le parole del primario
Nella scorsa puntata de “L’aria che tira” è stato ospite in studio Michele Grio, primario di Rianimazione. Il dottore ha svelato cosa succede prima e dopo l’intubazione ai malati di Covid-19. “I miei pazienti allo stato attuale sono cinque e sono tutti positivi, non vaccinati, intubati e che hanno bisogno di cure pesanti e invasive” – ha dichiarato il primario – “Hanno sempre dei dubbi sul percorso in rianimazione, ma poi arrivati alla soglia della terapia intensiva chiedono di essere intubati. Non esistono cure e cerchiamo di tenere in vita chi si ammala di Covid. Abbiamo il vaccino”.
Michele Grio racconta anche cosa succede al risveglio ai pazienti intubati per Covid-19: “Al risveglio i pazienti ci insultano per essere stati intubati e per essere stati messi in rianimazione e i parenti ci minacciano. Ci dicono che siamo parte di un complotto. E queste sono cose inaccettabili, ancora di più nel pieno della quarta ondata”. Il primario poi aggiunge: “Spesso vado al centro vaccinale per eseguire le vaccinazioni e le persone hanno paura, non hanno le idee chiare. Sono confusi. Spiego che io stesso se avessi avuto dei dubbi non mi sarei mai fatto tre dosi di vaccino. Tutti i miei colleghi sono molto professionali ma scoraggiati. Ribadisco che veniamo minacciati in modo più o meno pesante”.