Il nodo giudiziario e il peso della sentenza di ottobre
A rendere ancora più incerto il futuro del Festival c’è il ricorso pendente di Just Entertainment, la società che aveva fatto annullare l’affidamento diretto alla Rai nel 2024. Il Tar Liguria, pur bocciando la richiesta cautelare, ha rinviato la decisione finale all’udienza di merito fissata per il 17 ottobre. Una data chiave che potrebbe ridisegnare completamente gli assetti giuridici e gestionali della kermesse.
Nel frattempo, però, la Rai non può attendere oltre e ha bisogno di certezze per avviare l’organizzazione dell’edizione 2026. L’assenza di un accordo con il Comune e i vincoli legali non risolti spingono l’emittente a valutare vie alternative, per non farsi trovare impreparata. Il rischio di slittamenti o edizioni compromesse è reale, e sarebbe un colpo durissimo sia per l’azienda sia per la tradizione televisiva italiana.
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Verso un “Festival della Canzone Rai”? L’ipotesi è più concreta che mai
Se fino a pochi mesi fa sembrava impensabile immaginare un Festival di Sanremo senza Sanremo, oggi lo scenario è più vicino che mai. In caso di rottura definitiva, la Rai è pronta a rebrandizzare l’evento, portandolo altrove e rilanciandolo con un nuovo nome e nuova cornice. Il “Festival della Canzone Rai” sarebbe un modo per preservare il format, senza essere ostaggio delle richieste del Comune ligure.
Tutto dipenderà dalle prossime due settimane. Ma una cosa è certa: la lunga storia d’amore tra Sanremo e il suo Festival potrebbe essere davvero arrivata al capolinea.