Intercettazioni e strumenti investigativi:“Un disastro giudiziario”
Nel corso della diretta, Sansonetti ha espresso anche una forte critica verso l’uso delle intercettazioni come strumento d’indagine.
“Io non mi sono mai fidato delle intercettazioni, mai. L’uso smodato di questi strumenti è un disastro. È diventato quasi l’unico metodo usato dai pm. Se io e te facciamo una telefonata, la si può interpretare in modo opposto rispetto a ciò che abbiamo detto, perché mancano i contesti, i toni, le parole precedenti o successive”, ha spiegato il direttore de L’Unità.
Secondo lui, questo tipo di prove “non restituisce mai la verità dei fatti, ma solo una loro versione parziale”.
"Ma volete tirare fuori dalla prigione quel poveretto che probabilmente è innocente?"
— Dritto e rovescio (@Drittorovescio_) October 2, 2025
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"Io non mi sono mai fidato delle intercettazioni.
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E anche il pizzino non è una prova, ci vuole qualcosa di più"
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Il “pizzino” e i dubbi sulla validità delle prove
Riguardo al misterioso “pizzino” emerso durante la trasmissione, Sansonetti ha mantenuto una posizione cauta:
“Mi sembra una cosa più complicata da scartare, ma non molto forte come interpretazione giudiziaria. Anche questo, comunque, non è una prova. Serve qualcosa di più concreto. Io ho forti dubbi sui gip e sui pm: sappiamo tutti che spesso i gip fanno esattamente ciò che suggeriscono i pubblici ministeri”.
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Un caso che continua a dividere l’Italia
A quasi vent’anni dal delitto, il caso Garlasco resta una ferita aperta per l’opinione pubblica italiana. Le nuove indagini su Andrea Sempio e i nuovi elementi portati alla luce da Dritto e Rovescio riaccendono i riflettori su una vicenda giudiziaria che sembra non trovare pace.
La figura di Alberto Stasi continua a suscitare discussioni tra chi lo ritiene vittima di un errore giudiziario e chi invece vede nella sua condanna la conclusione inevitabile di un lungo percorso processuale.