
News tv. Garlasco, De Rensis e Giletti ai ferri corti: vengono fuori cose pesantissime – La trasmissione Lo Stato delle Cose, condotta da Massimo Giletti e trasmessa lunedì 6 ottobre 2025 su Rai 3, ha riportato l’attenzione su uno dei casi di cronaca più complessi degli ultimi decenni: il caso Garlasco e l’omicidio di Chiara Poggi. L’appuntamento ha visto la partecipazione, in collegamento video, degli avvocati Antonio De Rensis e Massimo Lovati, rappresentanti legali rispettivamente di Alberto Stasi e Andrea Sempio, oltre alla presenza in studio della giornalista Ilenia Petracalvina. L’atmosfera si è fatta subito tesa, con scontri verbali, scambi di accuse e dichiarazioni inedite che hanno alimentato nuovi interrogativi sulla vicenda.

Garlasco, De Rensis e Giletti ai ferri corti: vengono fuori cose pesantissime
La puntata si è aperta con un servizio esclusivo sulla cascina Crivellina, proprietà di Amilcare Adami, zio di Andrea Sempio. Secondo quanto riferito, la struttura sarebbe stata teatro di incontri informali tra carabinieri e magistrati coinvolti nelle indagini sul delitto Poggi. Una testimone ha dichiarato: “Lei vuole sapere se veniva Cassese? Venivano, ma solo per mangiare e andare a caccia”. Un altro testimone ha aggiunto: “Offriva la cena a tutti i carabinieri”. Interpellato sull’argomento, l’avvocato Lovati ha risposto: “Ci sono stato qualche volta e so che le persone andavano a caccia di fagiani. È di Amilcare Adami, può darsi che ci siano stati incontri con Carabinieri e Magistrati… può darsi”.


Dimissioni di Garofano dal team Sempio: divergenze tecniche e nuovi sviluppi
In seguito, l’attenzione si è spostata sulle motivazioni delle dimissioni del generale Luciano Garofano dalla difesa di Andrea Sempio. L’avvocato Lovati ha precisato che la decisione è stata determinata da divergenze di carattere tecnico-scientifico: “Forse le divergenze erano sia con me sia con Angela Taccia. Il Generale, atteggiandosi come la difesa dei Poggi, avrebbe voluto che la famosa impronta 33 andasse ad ampliare il tema dell’incidente probatorio, cosa che noi non volevamo. Tutto qua”.
Durante la trasmissione si è nuovamente discusso della consulenza di Pasquale Linarello sul DNA ritrovato sotto le unghie della vittima, un documento che doveva rimanere riservato. L’avvocato De Rensis ha spiegato: “Era una consulenza allegata a un esposto depositato… io all’epoca non c’ero, ma posso dire senza timore che in linea di principio gli atti di un’indagine preliminare sono noti solo al Pubblico Ministero. Certamente queste carte non le ha fornite la difesa di Alberto Stasi”. La giornalista Petracalvina ha aggiunto che estratti della relazione erano già apparsi su diversi media: “Siccome sono 4 pagine di relazione, penso che qualcuno l’abbia potuta leggere per intero. La Corte d’Appello di Brescia però la deposita a fine gennaio, quando archivia il procedimento perché dalla difesa Stasi non viene chiesta la revisione per un errore di forma”.

La catena della diffusione delle consulenze: il ruolo dei legali e dei media
Nel tentativo di ricostruire la catena di diffusione della consulenza, l’avvocato Tizzoni, rappresentante della famiglia Poggi, ha ribadito la propria estraneità alle fughe di notizie: “Il 19 dicembre non c’è stata solo la conferenza stampa dei difensori di Stasi a fine mattina, ma quello stesso giorno il Corriere della Sera esce con dei virgolettati di questa consulenza, che poi si scoprirà essere di Linarello solo il 23 o 24 dicembre dalla AdnKronos, quindi è stato ampiamente spoilerato prima che io avessi i documenti parziali l’11 gennaio”. Lovati ha ammesso: “Appena ho sentito parlare della consulenza Linarello mi sono precipitato dal Generale Garofano, che ho convocato in un hotel di Piacenza, conferendogli il mandato di sottoporre il mio cliente al tampone salivare. Io avevo già tutto e volevo capirci qualcosa. Se gli ho dato io la relazione? Come no, ma certo che gliel’ho data io”.
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