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Garlasco, ad “Ore 14 Sera” spunta la foto di una donna sulla scena del delitto: l’annuncio di De Rensis

Analisi scientifiche nel caso Garlasco

Garlasco, spunta la foto di una donna sulla scena del delitto: l’annuncio di De Rensis – Un dettaglio catturato da una foto scattata alle 15:07, nel cuore della casa di Chiara Poggi, sta rimettendo tutto in discussione. In quell’immagine compare una figura femminile con una borsetta in mano, che si muove con una naturalezza inquietante in un luogo che avrebbe dovuto essere blindato, sorvegliato, interdetto a chiunque. Una domanda, ora, rimbalza ovunque: chi è quella donna? È davvero una donna? Perché era lì? La sua presenza, insieme ad altri volti mai identificati, incrina una delle certezze che per anni si era data per scontata: la scena del delitto era stata preservata. A rilanciare il caso è stata la puntata di Ore 14 Sera, andata in onda il 20 novembre, che ha mostrato quelle immagini destinate ad aprire un nuovo fronte.

Garlasco, spunta la foto di una donna sulla scena del delitto: l’annuncio di De Rensis

Secondo gli atti, i primi a entrare nella villetta di via Pascoli furono gli operatori del 118 alle 14:05, seguiti dalla Scientifica. Eppure, quelle fotografie raccontano un’altra storia: figure che nessuno riconosce, movimenti che nessuno aveva mai verbalizzato. L’unica presenza autorizzata sarebbe stata quella della pm, ma nessuno degli uomini dell’Arma si è identificato in quella figura misteriosa. L’avvocato Gian Luigi De Rensis è durissimo: «Dove sono le impronte di questa donna? Possibile che nessuna traccia sia stata rinvenuta?». Una richiesta di risposte che torna a scuotere un caso già pieno di zone d’ombra.

Andrea Sempio, figura chiave nel nuovo filone investigativo del caso Garlasco
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Sempio al laboratorio: il punto sul Dna

Intanto, ieri mattina, il team difensivo di Andrea Sempio, oggi indagato per concorso nell’omicidio, ha partecipato a un sopralluogo al Laboratorio Genomica di Roma. Accanto ai tecnici c’era lo stesso Sempio, reduce dall’intervista concessa a Bruno Vespa. Il suo avvocato, Liberio Cataliotti, ha spiegato il senso dell’incontro: individuare eventuali punti di contatto indiretti tra il giovane e Chiara. «Se un Dna esistesse, sarebbe legato a un oggetto manipolato da entrambi», ha chiarito. E, sottolinea il legale, l’assenza delle impronte di Sempio nella scena del delitto potrebbe trasformarsi in una prova a discarico difficilmente contestabile.

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