
Garlasco, Stasi rompe il silenzio: cosa succede ora – È una giornata cruciale per il caso Garlasco e l’atmosfera davanti al tribunale di Pavia lo riflette tutta. Tra telecamere, taccuini e microfoni, il giornalista di Mattino Cinque Emanuele Canta intercetta Alberto Stasi, arrivato in aula per l’ultimo atto dell’incidente probatorio. Il 42enne, condannato in via definitiva per l’omicidio di Chiara Poggi, si presenta accompagnato dai suoi legali, visibilmente concentrato e deciso a non esporsi oltre il necessario. Poche parole, misurate, pronunciate mentre attraversa il corridoio umano di cronisti: dice di sentirsi sereno, ma chiarisce subito di non voler rilasciare dichiarazioni più articolate.

Garlasco, Stasi rompe il silenzio ai microfoni di “Mattino 5”: cosa succede ora
Stasi appare composto mentre avanza verso l’ingresso del palazzo di giustizia. Ribadisce di voler essere presente, sottolineando però la scelta di mantenere il silenzio. Ringrazia chi gli rivolge domande, ma evita qualsiasi commento sul merito dell’udienza. A chi insiste, lascia trapelare solo uno stato d’animo: tranquillità e fiducia. Un atteggiamento che accompagna il suo ingresso in aula, mentre intorno a lui le troupe cercano di cogliere ogni dettaglio. È una presenza discreta ma significativa, perché segnala quanto questo passaggio giudiziario venga vissuto come centrale anche da chi è già stato condannato.


Il punto di vista della difesa
A chiarire il senso della giornata è uno dei legali di Stasi, che ai cronisti spiega come si tratti di un momento importante. Sottolinea che Alberto è parte interessata e che, proprio per questo, ha scelto di essere presente all’udienza. Nessuna dichiarazione clamorosa, nessuna presa di posizione pubblica: la linea resta quella della prudenza. L’attenzione è tutta rivolta a ciò che emergerà dal confronto tecnico tra gli esperti, un passaggio che potrebbe incidere in modo rilevante sugli sviluppi futuri del procedimento.
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