News TV. “Il Volo” e il concerto di Natale, finisce malissimo: scoppia la bufera. Martedì 24 dicembre, su Canale 5 è andato in onda il concerto del gruppo musicale “Il Volo”, registrato ad Agrigento in Sicilia. L’evento avrebbe dovuto essere un’opportunità per godersi della buona musica durante la Vigilia di Natale e celebrare i tre giovani talenti italiani, ma sorprendentemente, ha scatenato una accesissima polemica sui social. (Continua a leggere dopo la foto…)
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“Il Volo”, concerto di Natale ad Agrigento
Come era risaputo, il concerto mandato in onda alla vigilia di Natale su Canale 5 era già stato registrato in precedenza dal gruppo musicale vincitore dell’edizione di Sanremo 2015. Il concerto dal vivo dei tre tenori, si era infatti tenuto diverso tempo fa e precisamente il 31 agosto 2024 scorso nella suggestiva location della Valle dei Templi di Agrigento.
In un palco montato per l’occasione, Ignazio Boschetto, Gianluca Ginoble e Piero Barone erano apparsi in abito di scena elegante, pronti a deliziare il pubblico con le loro voci calde e potenti. Tuttavia, già all’epoca del concerto live si erano scatenate diverse polemiche ripresentatesi ancora più affilate ora che il concerto è stato nuovamente trasmesso in onda. (Continua a leggere dopo la foto…)
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Il concerto di Agosto trasmesso a Natale: le critiche pungenti
Sul palco installato nella Valle dei Templi di Agrigento, i tre cantanti de “Il Volo” hanno incantato il pubblico sulle note di alcuni dei brani natalizi più iconici di tutti i tempi. Una selezione che, pensata per la messa in onda durante le festività, è sembrata perfettamente calzante. Il pubblico, inquadrato dalle telecamere era inoltre apparso in linea – sul piano degli outfit – con l’atmosfera invernale. Tuttavia era difficile non pensare al fatto che al momento della registrazione fosse in realtà agosto, un mese particolarmente caldo soprattutto in Sicilia.
L’evento dal vivo, inizialmente su invito, era stato poi aperto al pubblico con la vendita di biglietti al prezzo di 80 euro ciascuno e la promessa di devolvere gli introiti derivanti dalla vendita in beneficenza. A fare storcere il naso, tuttavia, sarebbe stata in particolare una “clausola” incusa negli inviti.
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