News Tv. Si parla tanto anche nei talk show televisivi di un fatto di cronaca che ha sconvolto l’Italia. L’incidente del bus a Mestre che ha causato 21 vittime è argomento anche di Stasera Italia, durante la puntata di ieri, mercoledì 4 ottobre 2023. In particolare, gli ospiti di Nicola Porro, tra i quali Gianluigi Paragone, erano d’accordo tutti su un aspetto: qualcosa non torna in una versione dell’incidente. È proprio il giornalista a spiegare il fatto. (Continua dopo le foto)
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Incidente a Mestre, le batterie non c’entrano
Le indagini sull’incidente a Mestre che ha strappato la vita a 21 persone continuano. E anche nei talk show televisivi si cerca di far luce sulla vicenda. Secondo gli inquirenti, l’autista del bus avrebbe avuto un malore. Il mezzo avrebbe poi preso fuoco: secondo alcuni le batterie dell’autobus elettrico sarebbero la causa o la concausa dell’incendio che si è sviluppato dopo la caduta del bus dalla rampa. È veramente così? Secondo Gianluigi Paragone, questo sarebbe impossibile. Per quale motivo? (Continua dopo le foto)
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Gianluigi Paragone, perché le batterie non hanno provocato l’incendio
Massimo Guarnieri, professore di elettrotecnica all’Università di Padova, e ospite di Nicola Porro, ha spiegato che “è molto difficile estinguere l’incendio provocato di un sistema di batterie di un veicolo elettrico, si estingue solo quando non resta che la carcassa. Basta guardare su Youtube i video di cosa succede alle Tesla quando si incendiano”, ha affermato il professore. Gianluigi Paragone è pienamente d’accordo e lo spiega con un esempio pratico. (Continua dopo le foto)
“Sta girando il video di un incendio di una bici elettrica in un ostello a Sidney, in Australia sono intervenuti 22 vigili del fuoco e sei autobotti sul posto”, fa sapere il giornalista. “Provate a traslare da una bici elettrica a un mezzo elettrico più grande, come un pullman”. Nicola Porro quindi ha tratto la conclusione alla quale voleva arrivare Paragone. “Nel caso di Mestre non sono le batterie elettriche che hanno creato l’incendio perché altrimenti non lo avrebbero spento in così poco tempo”.