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Mediaset, “problemi” sulla conduzione di Scanzi: cosa si vocifera sulla Toffanin

Mediaset: Scontro aperto tra Pier Silvio e Silvia

A Mediaset, lo spazio delle interviste televisive è ormai saldamente occupato da anni da Silvia Toffanin. Il suo Verissimo è diventato un asset strategico dell’azienda, un salotto esclusivo in cui personaggi dello spettacolo, della politica e della cronaca si raccontano. Un monopolio silenzioso, protetto e, secondo alcuni, intoccabile. La prospettiva di aprire lo stesso genere di contenuti anche ad altri conduttori non convince del tutto i vertici, né tantomeno la stessa Toffanin. Non si tratterebbe – stando alle ricostruzioni – di una gelosia personale, quanto della tutela di una formula vincente, che difficilmente verrebbe messa in discussione.

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Pier Silvio Berlusconi Conduttore Silvia Toffanin

Tensioni tra i vertici di Mediaset

Le tensioni interne non riguardano solo la questione Scanzi. Il caos a Cologno Monzese è palpabile. A oggi non si conoscono ancora i nuovi volti destinati a Pomeriggio Cinque, orfano di Myrta Merlino, mentre Paolo Del Debbio è costretto ad allungare la stagione del suo talk prima di una possibile uscita di scena. In questo clima di incertezza, la direzione Informazione e Intrattenimento – da poco rinnovata – si trova in una posizione scomoda, stretta tra esigenze di rinnovamento e il rispetto di equilibri interni che appaiono sempre più fragili. Il rifiuto di Scanzi non ha fatto altro che rendere più complicata una strategia già in bilico.

Se davvero Pier Silvio Berlusconi vuole portare in Mediaset un volto come quello di Scanzi, dovrà alzare la posta in gioco. Magari costruendo un format su misura, capace di coesistere con Verissimo senza calpestarne il terreno. In caso contrario, la ricerca del profilo “de sinistra” per completare l’offerta informativa del gruppo rimarrà aperta. E in una fase in cui i talk show tradizionali arrancano, trovare il volto giusto diventa sempre più complesso. Il tempo però stringe, e la presentazione dei palinsesti si avvicina. Senza un accordo creativo, il “sogno progressista” di Pier Silvio rischia di scontrarsi definitivamente con la realtà delle dinamiche interne.

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