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Mentana stronca Schlein e Conte: “Perché perdono”. Gelo in diretta

News TV. Durante lo speciale del TgLa7 dedicato ai risultati elettorali in Calabria, Enrico Mentana ha pronunciato parole che hanno gelato lo studio e acceso il dibattito politico. Il direttore non ha usato mezzi termini: la sconfitta del campo largo, secondo lui, non è un episodio isolato ma la conseguenza diretta di un problema strutturale, che si chiama mancanza di leadership.
La sinistra, afferma Mentana, «non riesce a parlare al Paese perché non ha un volto, una guida, un nome che rappresenti davvero tutti». E lo ha detto nel momento più delicato, a urne ancora calde, mentre i dati confermavano l’ennesimo tonfo di un progetto politico che, almeno sulla carta, doveva unire.

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La disfatta in Calabria: un segnale che pesa

Il voto in Calabria è stato impietoso per Pasquale Tridico, candidato sostenuto da Pd e M5s. Ma a uscire davvero sconfitti sono Elly Schlein e Giuseppe Conte, simboli di un’alleanza che sulla carta prometteva rinnovamento, ma che nei fatti non convince più nessuno.
Le urne hanno parlato chiaro: il centrodestra domina e il campo largo continua a perdere consensi. Per Mentana non è un caso, ma una conseguenza inevitabile della confusione interna. «Nel centrodestra – ha spiegato – si sa sempre chi comanda. Prima Berlusconi, poi Salvini, oggi Giorgia Meloni. A sinistra invece regna l’incertezza, un collettivo senza guida».

Il paragone con il centrodestra: una lezione ignorata

Mentana ha ripercorso la storia recente del centrodestra per sottolineare una differenza cruciale: la chiarezza del comando. Quando Silvio Berlusconi era al vertice, nessuno metteva in dubbio la sua leadership. Poi è arrivato Matteo Salvini, con il famoso “chi prende più voti comanda”, che gli consentì di dominare la scena fino al 35% delle Europee.
Oggi, al vertice c’è Giorgia Meloni, capace di catalizzare consenso e disciplina interna. «Nel campo largo – ha proseguito Mentana – non c’è nulla di tutto questo: solo riunioni, slogan e collettivi. Ma un partito, o una coalizione, non si guida con un’assemblea permanente».

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